Un quadro preoccupante è quello che emerge dall’inchiesta “Buche d’oro” in cui fitte relazioni illecite uniscono pubblici ufficiali infedeli e imprenditori disposti a risparmiare sui lavori da effettuar,  drenando rilevanti risorse pubbliche destinate alla cura, alla manutenzione e alla sicurezza di arterie vitali per la mobilità della Sicilia.

Così, mentre le strade siciliane di sgretolano, imprenditori e dipendenti Anas si spartivano i soldi risparmiati con i lavori fatti “allo sparagno”. Perché togliere tutto l’asfalto da una strada in cui eseguire la manutenzione? Meglio lasciare quello “buono” e togliere solo le porzioni ammalorate. Il risparmio così era assicurato.

In particolare, una primo caso di corruzione vede coinvolti i tre dipendenti Anas Romano, Contino e Panzica, presunti corrotti, e l’imprenditore Salvatore Truscelli, presunto corruttore. Le Fiamme Gialle a settembre hanno arrestato in flagranza di reato i responsabili all’interno dell’ufficio di Contino mentre l’impresario consegnava una mazzetta di 10 mila euro. Nel corso del mese precedente l’imprenditore aveva consegnato 20 mila euro a Contino e Panzica a beneficio dell’ingegnere Romano. Le mazzette sarebbero relative ai lavori sulla SS114 Settentrionale Sicula che la ditta Truscelli srl si era aggiudicata per un importo di 560 mila euro. L’accordo avrebbe dovuto portare nelle tasche dei funzionari corrotti almeno 60 mila euro. Le somme, come detto, sarebbero arrivate grazie a degli stratagemmi adottati nel corso dei lavori eseguito in economia. I funzionari infedeli avrebbero poi assicurato la buona riuscita dei controlli sulla qualità dei lavori.

Un altro caso di corruzione riguarda l’esecuzione dei lavori nel piano viabile di Caltagirone (Ct) e sulla SS 288 di Aidone (En). Questa volta nel presunto giro di mazzette sarebbe coinvolta la ditta Isap srl. Anche in questo caso, come confermato in sede di interrogatorio dai funzionari Anas coinvolti, la ditta aveva tratto un vantaggio illecito dalla mancata rimozione di parte del manto stradale usurato. In questo caso i funzionari corrotti avrebbero chiuso un occhio sulla registrazione in contabilità di uno spessore del materiale fresato superiore rispetto al vero così da far riconoscere all’impresa un compenso che non gli spettava del tutto. In questo caso le Fiamme Gialle avrebbero accertato la consegna di una mazzetta, in più trance, di 60 mila euro al dirigente Urso, a beneficio anche di Romano.

Anche la ditta Priolo srl sarebbe coinvolta nel giro di corruzione all’interno dell’Anas etnea che vede coinvolti i funzionari Romano, Urso e l’imprenditore Roberto Priolo che aveva vinto l’appalto per alcuni lavori di ripristino sulla SS 575 di Troina iniziati a febbraio di quest’anno e ultimati 3 mesi dopo. I Finanzieri in questo caso hanno svelato una una tangente di 15 mila euro in contanti divisa tra Urso e Romano.

Un quarto caso riportato dagli investigatori vede protagonisti Romano, Urso e Trovato dell’anas e l’imprenditore Pullara incaricato di svolgere alcuni lavori di manutenzione dulla SS 284 aggiudicati al prezzo di 630 mila euro. Anche in questa circostanza, la tangente complessiva di 18 mila euro in denaro contante poteva essere posta in essere grazie al risparmio derivante da un’incompleta fresatura del manto stradale e da una fasulla registrazione nella contabilità dei lavori effettuati. Pullara avrebbe consegnato la busta a Trovato negli uffici dell’ANAS di Catania e successivamente lo stesso imprenditore dava il saldo pattuito in contanti direttamente a Urso sempre a beneficio dei tre funzionari Anas corrotti.

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