Istituito con il decreto n. 4 del 28 gennaio 2019, convertito in legge il 28 marzo dello stesso anno, il reddito di cittadinanza è una misura italiana di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale che riconosce un sostegno economico variabile alle famiglie e ai singoli in possesso di determinati requisiti.

Il sussidio viene concesso a chi ne ha diritto per una durata di 18 mesi allo scadere dei quali, se persistono le condizioni e se sussistono i requisiti, può essere rinnovato dopo un mese di pausa.

Chi può ottenere il reddito di cittadinanza?

Possono accedere al sussidio tutti i nuclei familiari in difficoltà economica che siano in possesso di una serie di requisiti indicati dalla legge, tra i quali la cittadinanza italiana o di paesi facenti parte dell’Unione Europea oppure extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo. Per presentare la domanda è poi necessario essere residenti in Italia da almeno dieci anni di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Non possono invece accedere al reddito di cittadinanza i gruppi familiari al cui interno ci siano disoccupati che negli ultimi 12 mesi abbiano presentato dimissioni volontarie tranne nel caso in cui le dimissioni siano motivate da giusta causa.

requisiti economici da possedere per poter presentare la richiesta di sussidio sono:

  • ISEE inferiore a 9.360 euro;
  • patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro;
  • patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 per un single, incrementato in base al numero dei componenti del nucleo familiare (fino a 10.000 euro) e al numero di figli (1.000 euro per ciascuno). Per i nuclei familiari in cui sono presenti soggetti con disabilità si aggiungono 5.000 o 7.500 euro a seconda della gravità della disabilità;
  • valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro l’anno moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza. Se il gruppo familiare abita in casa in affitto, la soglia per poter accedere al sussidio sale a 9.360 euro.

Come si presenta la domanda e quali documenti servono

La richiesta per accedere al reddito di cittadinanza può essere presentata in diversi modi:

  • presso gli uffici postali, in forma cartacea, utilizzando un modello predisposto dall’Inps;
  • online, utilizzando il sito ufficiale del ministero del Lavoro, tramite le proprie credenziali SPID;
  • recandosi presso uno dei Caf presenti sul territorio.

La sola documentazione necessaria alla presentazione della domanda è la Dichiarazione Sostitutiva Unica ai fini ISEE.

Una volta presentata la domanda, il richiedente dovrà attendere comunicazione da parte dell’Inps sull’accoglimento o il rigetto. Se la richiesta di sussidio è accettata, sarà Poste Italiane a convocare il beneficiario per la consegna della Carta prepagata del reddito di cittadinanza (Carta RcD) e del relativo pin.

Entro 30 giorni dalla comunicazione dell’Inps dell’accettazione della domanda, il beneficiario e i componenti del suo nucleo familiare devono presentare una Dichiarazione di Immediata Disponibilità (DID) al lavoro presso il Centro per l’impiego di competenza o recandosi ad uno dei patronati convenzionati con Anpal.

Sono esclusi dall’obbligo di presentazione del DID i componenti del nucleo familiare minorenni, gli ultra 65enni, i soggetti con disabilità e quelli già occupati o che frequentano un corso di studi o un percorso formativo.

Ammontare del sussidio, modalità di pagamento e utilizzo della carta RdC

L’ammontare del beneficio economico riconosciuto dal reddito di cittadinanza varia in base alle condizioni economiche del nucleo familiare e si compone di due parti: la quota A di integrazione al reddito e la quota B per il contributo alle spese di affitto o mutuo.

L’integrazione del reddito può arrivare ad un massimo di 6.000 euro annui e viene calcolata sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare mentre il contributo alle spese di affitto non può essere superiore a 3.360 euro, cioè 280 euro mensili. Per il mutuo, il sussidio può essere al massimo di 150 euro mensili.

Il contributo viene erogato mensilmente ricaricando la Carta prepagata del reddito di cittadinanza consegnata a ciascun beneficiario. Le somme riconosciuto possono essere utilizzate per acquistare beni di consumo e pagare utenze. I titolari possono anche prelevare contanti nel corso del mese fino a 100 euro e fare un bonifico al mese per pagare l’affitto di casa o la rata del mutuo. E’ vietato utilizzare il contributo ricevuto per giochi che prevedono vincite in denaro.

Le somme non utilizzate nel corso del mese vengono sottratte dalla mensilità successiva nei limiti del 20% mentre le giacenze non usate per sei mesi saranno decurtate completamente ad eccezione dell’ultima mensilità erogata.

Decadenza del reddito di cittadinanza

Il diritto al sussidio decade in alcuni casi previsti dalla legge, tra i quali:

  • mancanza di dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
  • non sottoscrizione del Patto per il lavoro;
  • non accettazione delle tre offerte di lavoro congrue;
  • mancata comunicazione di variazione di lavoro

Sanzioni previste e loro applicazione

La legge istitutiva del reddito di cittadinanza prevede una serie di sanzioni, anche di carattere penale, per chi violi le norme. Per i casi più gravi come dichiarazioni false o uso di documenti falsi per accedere al sussidio è prevista la reclusione fino a 6 anni, la revoca immediata del beneficio e la restituzione di tutti gli importi percepiti.

Rischiano da 1 a 3 anni di carcere i soggetti che non comunichino variazioni di reddito o di patrimonio del nucleo familiare che potrebbero comportare la revoca del sussidio o il suo ridimensionamento. Nel caso in cui il beneficiario del sussidio sia colpito da una condanna definitiva dovrà restituire quanto percepito in maniera indebita e non potrà ripresentare domanda se non prima di 10 anni dalla condanna.