C’è un clima teso nella politica siciliana in vista dell’avvio della discussione all’Ars sulla riforma dei rifiuti presentata dal Governo Musumeci su proposta dell’assessore regionale all’energia e ai servizi di pubblica utilità Alberto Pierobon. Una riforma già tacciata di cambiare tutto per non cambiare niente dalle opposizioni e che sarebbe nata senza consultazioni. Attacchi già respinti dall’assessore prima ancora di arrivare in aula.

Ma ecco cosa prevede l’idea al vaglio dell’Ars

La legge parte dall’eliminazione delle criticità evidenziate a più livelli, dall’Anac alla Corte dei Conti e punta a mettere fine all’eccessiva frammentazione territoriale del servizio: esistono 18 Srr e più di 200 Aro formate anche da un solo Comune.

Il ddl valorizza il principio di autosufficienza per garantire autonomia e indipendenza ai territori. Il servizio dovrà essere sostenibile dal punto di vista ambientale, evitare i lunghi viaggi dei rifiuti da una parte all’altra dell’Isola e consentire di chiudere il ciclo all’interno di ogni provincia.

Nasceranno 9 Ada, ambiti territoriali che coincideranno con le province. Le Ada avranno natura di enti pubblici come in tutto il resto d’Italia. Le Srr erano invece spa, società di capitali, e Anac e Corte dei conti avevano rilevato criticità.

A differenza del resto d’Italia, la Regione Siciliana aveva configurato gli enti di governo come società con gli Ato e in seguito le Srr , “società consortili di capitali” che hanno mantenuto la forma privatistica. Questo status ostacolava i compiti di controllo e vigilanza della Regione essendo le Srr disciplinate dal codice civile. Con le Ada la Regione potrà svolgere più agevolmente il proprio ruolo.

Si separano le funzioni pubbliche di regolazione e controllo da quella della gestione. Il controllo spetterà alle Ada, la gestione invece sarà a cura di soggetti da individuare e che potranno essere pubblici, oppure privati o misti, ma il privato dovrà essere selezionato facendo sempre ricorso a procedure di evidenza pubblica.

COME FUNZIONERÀ
La Regione dovrà esercitare azione di indirizzo e controllo e dovrà adottare gli atti di pianificazione generale. La pianificazione di dettaglio territoriale, impianti compresi, sarà decisa e gestita dal territorio, in coerenza con gli atti regionali, nel rispetto del quadro normativo statale.

IL PERSONALE
I cosiddetti operativi transiteranno nei soggetti gestori. Gli amministrativi invece, che in passato sono transitati dai Comuni agli Ato e dunque avevano già superato una selezione pubblica, entreranno direttamente nelle Ada. Gli amministrativi che invece non avevano mai fatto un concorso ma lavoravano nel sistema, per entrare nelle Ada dovranno superare una selezione pubblica. Il concorso sarà per titoli ed esami: il bando dovrà valorizzare l’esperienza lavorativa acquisita nel settore dei rifiuti. Il personale è salvaguardato in tutte le ipotesi, sia se è già transitato in capo alle Srr, sia se è ancora in capo a società e consorzi d’ambito. Il personale amministrativo che non dovesse rientrare nel fabbisogno dell’Ada o che non dovesse superare il concorso, potrà transitare nei soggetti gestori, per le esigenze organizzative di questi ultimi. Nel caso in cui le Srr dovessero diventare gestori, parte del personale potrà mantenere la propria posizione lavorativa presso queste società.

Tornando alla governance del sistema finisce l’era degli Aro, che hanno moltiplicato i centri decisionali e di costo, cosi come suggerito dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Per premiare gli Ato virtuosi, in particolari casi sarà possibile creare dei sub-ambiti, i Sag. Questi però saranno molto differenti dagli Aro perché non saranno centri decisionali e centri di costo ma semplici articolazioni degli ambiti e solo a fini gestionali. Non si aprirà una “nuova” fase di liquidazione delle Srr come quella che ha connotato gli Ato. La razionalizzazione del settore, con non più di nove centri decisionali, consentirà alle Ada di ben guidare e vigilare sia sul transito del personale che sul passaggio degli impianti, a dispetto del disordine giuridico e operativo che invece ha connotato in passato la transizione mai completata dai 27 Ato alle Srr. Quest’ultime potranno inoltre diventare i soggetti gestori.

Resta il tema degli Ato e dei loro debiti. Il legislatore regionale non può intervenire con norme di natura civilistica, perché questa competenza è riservata in via esclusiva al legislatore statale. Nel ddl è stata inserita, su iniziativa parlamentare, una norma che assegna il coordinamento delle liquidazioni alla Regione e, per essa, all’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni. Non è possibile intervenire ulteriormente.

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