A Palermo arriva il tour del vocabolario Zanichelli a difesa della parole da salvare che stanno pian piano scomparendo dall’uso della lingua italiana. Sono oltre tre mila e parole che nell’edizione 2020 del vocabolario Zingarelli saranno accompagnate da un fiorellino, simbolo grafico che le contrassegna come parole da salvare: termini della lingua comune sempre meno presenti nell’uso scritto, orale e nei mezzi di informazione.

Proprio con la volontà di “salvare” queste parole, spesso trascurate a favore di sinonimi più comuni e intuitivi, ma più generici e meno ricchi di sfumature espressive, la casa editrice Zanichelli presenta a Palermo il progetto #paroledasalvare.

Piazza San Domenico, dal 31 ottobre al 7 novembre, ospiterà #AreaZ: una zona a lessico illimitato in cui trovare le parole giuste per esprimere il mondo. In #AreaZ tutti sono invitati a scegliere una parola e a prendersene cura, usandola in modo opportuno. Qui una grande installazione-vocabolario ospiterà, sulla quarta di copertina, un monitor che proporrà a rotazione 5 dei 3126 lemmi da salvare. Scelta la propria parola da salvare, sarà possibile postarla, con il suo significato, sui propri canali Facebook e Instagram direttamente dallo schermo del vocabolario.

L’iniziativa di Zanichelli ha anche una valenza didattica: il riferimento all’etimologia di queste parole costituisce spesso uno spunto ricco e produttivo. Il progetto #paroledasalvare coinvolgerà anche alcune scuole delle città in cui il tour farà tappa.

Invece di affermare che qualcuno ci vuole “ingannare” o “prendere in giro”, possiamo usare abbindolare (che rinvia al “bindolo”, all’arcolaio che girava per dipanare una matassa trasformandola in gomitolo), circuire (che rinvia a sua volta a una circolarità, a un “andare intorno”) oppure irretire (che rimanda invece a un a un “prendere nella rete” e che contiene anche il significato di “sedurre”, cioè di condurre a sé). Un atteggiamento può essere definito ondìvago, che in letteratura significa propriamente “che vaga sulle onde”, e oggi è usato espressivamente anche nel linguaggio non letterario col significato di “incerto” o “indeciso”, “tentennante”.

Altri esempi di parole da salvare sono recalcitrare (originariamente “indietreggiare  tirando calci”, detto per esempio di cavalli o muli, e più in generale “rifiutarsi, fare resistenza a una proposta o altro”), pusillanime (dall’animo piccolo, meschino), adombrarsi (spaventarsi davanti a un’ombra, nel caso di un cavallo, ma più in generale “turbarsi, rabbuiarsi, incupirsi”) o ancora sciatto, che significa trascurato, non accurato, da un latino exactus (ex aptus) cioè non adatto, non conveniente, approssimativo – per esempio in prosa sciatta, linguaggio sciatto.

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