E’ arrivato il momento di rilanciare il Sud e in particolare la Sicilia, servono leggi straordinarie per permettere questo rilancio. La Sicilia ha bisogno di una corsia preferenziale nei grandi appalti perchè è la Regione che più deve recuperare in infrastrutture rispetto al resto del Paese.

Ne è convinto il governatore Nello Musumeci che rilancia la sua idea proposta in una intervista pubblicata questa mattina dal Messaggero. Una sorta di richiesta indiretta al governo centrale già avanzata per le vie formali e adesso anche a mezzo stampa.

“Non chiedo ulteriori risorse – dice Musumeci al Messaggero – ma una corsia preferenziale nell’esecuzione degli appalti, una sorta di semplificazione che ci permetta di procedere spediti nell’assegnazione delle opere”.

Musumeci non lo dice ma di fatto quello che chiede sono ‘poteri speciali’ elo fa all’indomani della firma sulla gara da 380 milioni di euro per la realizzazione della seconda tratta della metropolitana di Catania che andrà da Stesicoro all’aeroporto. n appalto che lo stesso Musumeci ha definito storico su Facebook sostenendo che si entra così nella fase delle grandi opere. Una sorta di ritorno, in realtà, alla stagione delle grandi opere abbandonata da quasi due decenni.

L’intervistatore lo incalza sulla Sicilia carrozzone che continua a rilanciare la sua questua ma il governatore si schernisce “In realtà nel 2018 abbiamo speso tutti i fondi europei anzi ne abbiamo speso 30 milioni in più anche se fra grandi difficoltà. Sono consapevole che con 14mila dipendenti la Regione resta la più grande azienda dell’isola ma non chiediamo elemosina ne privilegi. La musica è cambiata e continuerà a cambiare” è la sostanza delle sue dichiarazioni.

Il tema vero è la richiesta di deroghe alle norme del Codice degli appalti per semplificare e velocizzare le procedure e per scavalcare una serie di temi posti dalla medie e piccole aziende rimaste fuori da ogni appalto o quasi. La Regione ci aveva provato con una legge propria sugli appalti pubblici ma Roma l’ha impugnata e la Sicilia resisterà davanti la Corte Costituzionale. La richiesta di una deroga speciale scavalcherebbe il problema ma la possibilità che lo stesso governo che ha impugnato la norma regionale si decida a dire sì a poter speciali appare remota

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