Giuseppe Gulotta ha trascorso 22 anni in carcere da innocente, ingiustamente accusato di aver ucciso due carabinieri, in quella che è passata alla storia come la ‘strage di Alcamo Marina’.
Era la notte del 27 gennaio del 1976 quando all’interno della stazione dei carabinieri del centro del Trapanese, due carabinieri vennero assassinati a colpi di arma da fuoco.

Giuseppe Gulotta, che oggi ha 62 anni e vive in Toscana, venne condannato all’ergastolo per la strage quando aveva soli 18 anni, insieme a tre suoi amici.

L’uomo è stato assolto il 13 febbraio del 2012 dalla Corte d’appello di Reggio Calabria solo dopo la revisione del processo, che ebbe luogo in seguito alle rivelazioni di un ex brigadiere dell’Arma dei carabinieri che consentirono di riaprire il caso.
Si scoprì che Gulotta si era auto-accusato del delitto dopo una notte di botte, minacce e torture subite in caserma.

Gulotta è stato vittima di uno degli errori giudiziari più gravi della storia del nostro Paese.

Adesso l’uomo, che ha già ricevuto 6,5 milioni di euro di risarcimento per ingiusta detenzione, e che è assistito dagli avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini, cita in giudizio l’Arma dei carabinieri e la presidenza del Consiglio dei ministri e chiede un risarcimento di 66 milioni di euro per il danno esistenziale da errore giudiziario.

Come scrive Repubblica Palermo, il 26 novembre si terrà la prima udienza del processo civile davanti al tribunale di Firenze.

“È la prima volta in più di duecento anni di storia che l’Arma dei carabinieri viene citata per responsabilità penale — spiega l’avvocato Lauria — Ci sono due aspetti che sono contenuti nell’atto depositato: il primo riguarda la responsabilità dello Stato per non aver codificato negli anni il reato di tortura. Solamente nel 2017 è stata emanata una legge che recepisce le indicazioni contenute nella convenzione di New York del 1984. Il secondo profilo — continua l’avvocato Lauria — è quello che attiene agli atti di tortura posti in essere in una sede istituzionale ( la caserma dei carabinieri) da personale appartenente all’Arma e che ha generato un gravissimo errore giudiziario”.

Durante gli anni trascorsi in carcere Gulotta non si è mai arreso. Ha sempre gridato la sua innocenza, confidando nella giustizia.

La strage di Alcamo Marina rimane tuttora avvolta nel mistero.
I due carabinieri uccisi, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, non hanno ancora avuto giustizia.

Intanto il 20 luglio del 2012, i presunti complici di Gulotta, Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli, fuggiti in Brasile, sono stati assolti nel processo di revisione che è stato celebrato anche per Giovanni Mandalà, morto in carcere nel 1998.

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