Un appello ai Partiti, ai Movimenti alle Organizzazioni rappresentative del mondo del lavoro, dell’impresa, del volontariato e delle categorie sociali che già si impegnano per la Sicilia per costituire insieme una grande forza politica organizzata, unitaria, pragmatica e post-ideologica che risponda ai cittadini siciliani e solo a loro.

E’ stato rivolto nelle scorse settimane a tutto il mondo autonomista da “Siciliani verso la Costituente” movimento sicilianista, ma non separatista, nato a Pergusa un anno fa. Un appello che sembrava uno dei tanti che se ne vedono fiorire.

Ma a sorpresa, questa volta, il mondo autonomista che si divide in tante galassie fra loro spesso non comunicanti se non avversarie, ha risposto. Sono oltre venti le adesioni giunta, qualcuna addirittura all’ultimo minuto, che vanno dall’arcipelago sicilianista propriamente detto alle organizzazioni datoriali, per giungere fino ai movimenti più o meno noti.

“E’ venuto il tempo di affrontare e risolvere i problemi creati dal costante mancato rispetto dello Statuto, è tempo di rispettare il dettato statutario che prescrive di lasciare le entrate fiscali in Sicilia ed inoltre di finanziare la Regione, attraverso un fondo annuale di natura perequativa, destinato alla creazione di infrastrutture atte a sopperire al divario tra la Sicilia e il resto d’Italia e realizzare una forte tutela del territorio e dell’ambiente” si legge nell’appello.

A Salvo Fleres, ex esponente di Forza Italia, già vice presidente dell’Ars ma da diversi anni ormai rimasto fuori dall’agone partitico e fra i promotori del Movimento BlogSicilia ha chiesto che speranze ha un siffatto movimento, l’ennesimo di questo tipo, di ottenere un qualche risultato

“Crediamo nella forza delle nostre idee e vogliamo essere un punto di incontro fra realtà varie e div aria natura. Contrariamente ad altri non chiediamo a nessuno di rinunciare alla propria ideologia, al proprio pensiero politico, alla propria appartenenza ma solo di convergere su un tema: la difesa della Sicilia e dei suoi interessi. La risposta di adesioni fa ben sperare nel fatto che questo nuovo e diverso approccio possa veramente essere un collante. L’elemento di unità deve essere solo e soltanto la nostra Sicilia”.

Non temete che questa esperienza possa essere fraintesa. E’ un caso che i primi partiti sicilianisti ebbero origine da interessi che certamente erano diversi da quelli legittimi? 

“I tempi sono cambiati. La situazione è diversa. Siamo coscienti del fatto che altri tentarono la carta secessionista e sicilianista per ben altri scopi e con ben altre intenzioni. Ma non ci sono le condizioni perchè una simile cattiva interpretazione delle intenzioni possa trovare spazio. Così come non è più tempo per movimenti sotterranei di quella natura”

Più di recente sono nati movimenti e partiti sicilianisti fra cui uno  ha come presidente onorario il Vice Presidente della Regione. 

“Abbiamo invitato anche loro e saremmo lieti se aderissero ad una discussione franca e aperta con tutte le anime che hanno a cuore la Sicilia. Serve ripartire da qualcosa di concreto”

Pur avendo messo insieme in questa occasione realtà che fra loro non dialogano da tempo, questo potrebbe non bastare. Insomma cosa vi fa credere che potreste essere determinanti, che potreste incidere se chi ha avuto o addirittura ha ruoli non riesce a farlo?

“Oltre alla capacità di raccordo nella quale crediamo, abbiamo una proposta concreta che può incidere davvero e fare la differenza per sostenere la quale, però, serve unità. Insomma la Sicilia deve riuscire a parlare con una voce sola, forte e autorevole. E’ indispensabile farlo perchè se così non sarà l’autonomia differenziata che sarà a breve riconosciuta a regioni come veneto e lombardia finirà per dare la forza a quelle regioni per negare definitivamente alla Sicilia i suoi diritti”

Qual è, dunque, questa proposta, ammettendo che si riesca a parlare con una sola voce

“Chiediamo l’istituzione di un fondo da parre dello Stato nel quale confluiscano le tasse dei siciliani così come dovrebbe essere per Statuto. Non chiediamo che ci vengano consegnate come Sicilia ma che vengano spese per la Sicilia. E non in eterno ma a tempo determinato. Di fatto un fondo con le tasse dei siciliani che venga speso per infrastrutture e opere in Sicilia e solo per quelle fino a quando la nostra terra non avrà raggiunto i livelli delle regioni più avanzate del Nord”.

Una sorta di fondo di perequazione nazionale. Una cassa del Mezzogiorno ma solo siciliana e solo fatta con i soldi de siciliani?

“Esattamente. Non chiediamo nulla che non sia nostro ma vogliamo che ciò che viene da noi venga speso per noi fino a quando non avremo pari opportunità per cittadini e imprese sul fronte dei servizi e delle infrastrutture”