Lidl, la catena europea di supermercati di origine tedesca, è stata multata di un milione di euro per avere ingannato i consumatori sulle caratteristiche della pasta a marchio Italiamo e Combino, inducendoli all’errore sull’origine italiana della materia prima.

Lo ha deciso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) che ha concluso cinque procedimenti istruttori riguardanti informazioni fuorvianti circa l’origine del grano duro utilizzato nella produzione di pasta di semola di grano duro, diffusi attraverso le etichette e i siti aziendali di Divella S.p.a. (marchio Divella), F.lli De Cecco di Filippo – Fara San Martino S.p.a. (marchio De Cecco), Lidl Italia s.r.l. (marchi Italiamo e Combino), Margherita Distribuzione S.p.A (ex Auchan Spa, marchio Passioni), e Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco S.r.l. (marchio Cav Giuseppe Cocco).

Nello specifico, si tratta di promozione e commercializzazione delle proprie linee di pasta di semola di grano duro mediante confezioni che rappresentano in maniera ingannevole le caratteristiche del prodotto, enfatizzandone sulla parte frontale l’italianità in assenza di adeguate e contestuali indicazioni sull’origine anche estera del grano duro impiegato.

L’Autorità ha accolto e reso obbligatori gli impegni presentati da Auchan, Cocco, De Cecco e Divella.

Nel dettaglio, gli impegni consistono in modifiche delle etichette e dei rispettivi siti così da garantire al consumatore un’informazione completa, fin dal primo contatto, sull’origine (talvolta estera) del grano utilizzato nella produzione della pasta. Il nuovo set informativo permetterà così di evitare la possibile confusione tra provenienza della pasta e origine del grano.

Tornando a Lidl, in ragione dell’importanza attribuita dai consumatori all’informazione sull’origine della materia prima e della diffusione dei punti vendita della catena, l’Autorità ha irrogato una sanzione di un milione di euro.

Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, ha evidenziato che Lidl «a differenza di altri produttori di pasta che hanno ricevuto un’analoga contestazione, nel corso della procedura istruttoria avviata dall’Antitrust, non ha presentato alcun impegno a modificare il proprio comportamento».