La Procura di Siracusa ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 persone, tra dipendenti del comune di Avola, amministratori, imprenditori, coinvolti nell’inchiesta denominata “Tutti a t’avola”, per  truffa, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e falso ideologico.

Tra gli indagati c’è anche il sindaco di Avola, Luca Cannata, a cui è contestato il falso ideologico per aver fatto “indebite pressioni» a un funzionario e all’ingegnere capo del Genio Civile di Siracusa  «ai fini del rilascio dell’autorizzazione, nonostante l’incompletezza della documentazione a supporto», relativamente al progetto di manutenzione e intervento di bonifica e riqualificazione ambientale di Marina Vecchia. Le contestazioni riguardano episodi che si riferiscono a lavori di manutenzione e riqualificazione di aree

L’inchiesta, aperta dal sostituto procuratore Tommaso Pagano,  è nata dopo una segnalazione arrivata agli agenti del commissariato di Avola, diretto dal dirigente Fabio Aurilio. Nella prossima udienza, fissata per il 12 febbraio, il gup deciderà se rinviare a giudizio o meno gli indagati. La vicenda, esplosa nell’aprile del 2019, dopo la notifica degli avvisi di conclusione indagini, aveva suscitato clamore per le dichiarazioni del sindaco, che aveva lui stesso annunciato su Facebook di aver ricevuto il provvedimento. Il primo cittadino, nel rigettare ogni accusa, aveva sollevato il problema della tempistica, vista la sua candidatura alle elezioni europee nella lista di Fratelli d’Italia, inoltre, in merito al falso ideologico “perché pare abbia sollecitato dei funzionari regionali per il rilascio di un’autorizzazione per un’opera pubblica, nel caso specifico la riqualificazione di un borgo marinaro, io, nel mio ruolo di sindaco, ho solo chiesto di portare avanti il progetto”.

Ma sul comune di Avola pende il giudizio della commissione prefettizia che dovrà decidere, nelle prossime settimane, se vi sono infiltrazioni mafiose. Il rischio è che il Comune venga commissariato, come è già accaduto nel 2013 ad Augusta ed un anno fa a Pachino. Il sindaco di Avola, Luca Cannata,  però, è parte civile in un processo, denominato Eclipse, per mafia ed estorsioni, per le minacce ricevute da parte di uno degli indagati, indicato dai magistrati della Procura distrettuale di Catania come un esponente di spicco di un gruppo molto vicino al clan Crapula, affiliato alla cosca mafiosa Trigila di Noto.

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