74 milioni per Palermo o poco meno e 10 milioni o poco più per Bagheria. Sono i fondi di Agenda urbana, complessivamente 84 milioni di Fondi Europei territorializzati, che secondo il Comune di Palermo sono spendibili fino al 2023. Una occasione di sviluppo e investimento sulla quale, però, sembra esserci un contenzioso non da poco.

Agenda urbana, infatti, è fra i progetti che contribuiscono ai 630 milioni a rischio disimpegno. Si tratta proprio dei fondi territorializzati che gli enti siciliani rischiano di perdere come denunciato anche dal deputato 5 stelle Ignazio Corrao a inizio anno.

Una divergenza non da poco quella fra Bruxelles e palermo e per una volta non c’entra (o c’entra solo in via incidentale e senza colpe) la Regione siciliana.

Il problema non riguarda solo Palermo e Bagheria. A rischio ci sono i fon di per le aree interne come le Madonie, il Simeto, i Nebrodi, le terre sicane e il Calatino, e quelli di varie agende urbane, oltre Palermo-Bagheria, anche Gela, Vittoria, Trapani, Caltanissetta potrebbero veder sfumare l’occasione storica di avere risorse per l’agenda digitale, le aziende del territorio, lo sviluppo ecosostenibile urbano.

E proprio delle disuguaglianze territoriali parla inq ueste ore il Ministro del Sud Giuseppe Provenzano “Le disuguaglianze si combinano e si sommano nei “luoghi”. I divari territoriali, in Italia, non si riducono più alla frattura storica tra Nord e Sud, che rappresenta il primo vincolo da rimuovere per lo sviluppo. Negli ultimi anni se ne sono consolidati altri: tra centri e periferie, tra città e campagne deindustrializzate, tra aree urbane e aree interne, al Sud come al Nord”.

“Le aree interne rappresentano il 60% del territorio nazionale, ci vivono – sottolinea il ministro in un lungo post su facebook – oltre 10 milioni di persone, in paesi in via di spopolamento, lontani dai centri di offerta di servizi e di lavoro”.

“C’è un tesoro nascosto – avverte Provenzano – non solo nel patrimonio di cultura, tradizioni, identità da preservare, ma anche di produzioni agroalimentari di qualità, sapienza contadina e capacità manifatturiera che ha un futuro”.

 

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