Continua il mistero che gira attorno al ritrovamento dei tre sub morti e dei pacchi di droga ritrovati sulle spiagge siciliane. C’è un collegamento tra i ritrovamenti? La morte dei tre sub è legata al ritrovamento dell’hashish? La matassa sembra essere ancora molto da sbrogliare ed è la Procura di Agrigento che sta cercando di trovarne almeno il capo.

L’ultima ipotesi suffragata dagli investigatori sostiene che il grosso carico di hashish, ritrovato lunedì sulla spiaggia di San Leone, ad Agrigento, potrebbe essere naufragato a largo di Trapani. Da quel punto, le correnti potrebbero essere riuscite a trascinare a Nord e a Sud gli scatoloni che, verosimilmente, erano stati creati per galleggiare. I 50 pezzi hashish farebbero parte di uno scatolone che verosimilmente si è smembrato a causa delle correnti marine e dall’essere rimasto in acqua da tempo.

Ma la ricostruzione degli avvenimenti legati al ritrovamento del carico di droga lungo le spiagge del Trapanese si fa ancora più difficile se a ciò si aggiunge il ritrovamento dei tre cadaveri dei sub non ancora identificati. Restano, infatti, senza nome gli uomini ritrovati tra Trabia e Termini Imerese, in contrada Ginestra, a Cefalù nel tratto di Mazzaforno e a Castel di Tusa, in provincia di Messina. Non nel trapanese come per i carichi di droga ma in un tratto di costa distante parecchie miglia. C’è un collegamento? Forse perché più pesanti rispetto alla droga, il mare li ha trasportati più lontano? 

Come se non bastasse, a complicare ancora le indagini c’è anche il ritrovamento dei 600 panetti di hashish del peso di 37 chili e 900 grammi lungo la spiaggia di Capo d’Orlando, in provincia di Messina ovvero lontanissimo dalle coste trapanese, tutto un altro mondo. Che sia questo l’unico episodio che si può ricollegare al ritrovamento dei tre sub morti? La posizione geografica darebbe ragione a questa ipotesi ma nulla è dato per scontato dalle Procure.

Intanto l’ipotesi investigativa del naufragio di una imbarcazione che stava trasportando un grosso carico di hashish sembra quella più accreditata secondo quanto filtra dalla Procura di Agrigento. Gli investigatori starerebbero lavorando alacremente su questo fronte. L’ipotesi del naufragio a largo di Trapani coincide con l’ipotesi di una nave ‘madre’ straniera – tipo un peschereccio o barca a vela – che consegnerebbe, in quello che e’ un traffico internazionale di stupefacenti, gli scatoloni ricolmi di ‘roba’ a corrieri locali che arrivano sulle coordinate concordate con motoscafi veloci.

I panetti di hashish fino ad ora ritrovati e sequestrati, a San Leone e a Relmonte per l’Agrigentino e a Castelvetrano e Marsala per il Trapanese, sembrano essere tutti della stessa fattura. Ma a chiarirne il contenuto saranno gli esiti degli esami di laboratorio il cui incrocio è ancora in corso. L’inchiesta e’ coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio.

Intanto sono quattro le procure a lavoro oltre a quella di Agrigento: Trapani, Termini Imerese, Patti e Messina. Gli inquirenti sono al lavoro per svelare i misteri di questa intricata storia. È probabile che quanto prima i rappresentanti dei cinque uffici giudiziari diano univocità alle investigazioni facendo patrimonio comune dei risultati sinora singolarmente ottenuti.

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