“A Palermo pare imperversare una nuova ed inarrestabile fobia verso gli alberi. Non vi è giorno, infatti, in cui non giungano voci di abbattimenti di alberi in ogni parte della città. Dopo gli alberi di corso Calatafimi, l’accanimento fitofobico, ultimamente, ha interessato i platani di via Libertà e ora si parla anche di una imminente eradicazione dell’albero simbolo all’interno della Chiesa dello Spasimo. Insomma, l’ascia dei ‘boscaioli’ comunali sembra non arrestarsi mai”. Lo denunciano Leonardo Penna Deputato Nazionale M5S e Concetta Amella consigliera comunale M5S.

“Il che, in un epoca in cui si parla di problemi ambientali legati all’iperproduzione di CO2 (che le piante, non lo si dimentichi, assorbono, restituendo ossigeno), appare a dir poco assurdo e paradossale – proseguono -. A maggior ragione quando a promuovere l’abbattimento è una amministrazione che si definisce progressista e che dovrebbe – nel rispetto del principio logico della “non contraddizione” – essere in linea con il ‘green deal’ promosso dal governo nazionale, piuttosto che con le logiche in stile Trump, che è indifferente nei confronti dell’inquinamento e dell’effetto serra. A Palermo è finora mancata una reale attenzione verso il verde e la manutenzione è palesemente inadeguata, tanto che al primo alito di vento, molti rami (che non sono stati potati a tempo e luogo) si spezzano inesorabilmente. Inoltre non è mai stata rispettata legge n° 113 del 1992 che impone, nei Comuni con oltre 15mila abitanti, di piantare un albero per la nascita di ogni bambino”.

“Tralasciando gli aspetti estetici, in quanto gli alberi concorrono in maniera determinante all’arredo urbano e alla definizione di una immagine civile ed ‘europea’ della città (cosa che a parole starebbe a cuore al nostro ‘beneamato’ sindaco) – continuano  -, ci dica dunque l’assessore Giambrone per quale impellente ed incontrovertibile motivazione si sta privando, albero dopo albero, la città di Palermo del suo patrimonio arboreo e ci confermi, se ha davvero attendibili valutazioni peritali in suo possesso, se ci sono inappellabili ragioni di sicurezza per i cittadini o cause ambientali di salvaguardia degli altri alberi (come malattie infettive in grado di propagarsi senza controllo). L’assessore ci dia una risposta valida, perché la cittadinanza è stanca di quello che appare come l’ennesimo sopruso, espressione di un modo autoritario di intendere l’amministrazione della cosa pubblica. Va anche aggiunto che la tanto sbandierata presunta malattia dei platani non sempre rappresenta una condanna a morte. In Cina, ad esempio, mettono in atto tecniche con tiranti d’acciaio per rendere stabile il tronco. Molto più semplice attuare interventi di questo tipo, piuttosto che attendere decenni per la crescita dei nuovi arboscelli da porre a dimora”.