Il presidente della Cina, Xi Jinping, sapeva già dell’esistenza dell’epidemia del nuovo Coronavirus settimane prima dell’annuncio pubblico. Ciò è emerso dal testo di un intervento del presidente del 4 febbraio scorso in cui ha affermato di avere dato degli ordini il 7 gennaio. I media di Stato, invece, avevano riportato, come prima dichiarazione, quella sulla sospensione dei trasporti pubblici a Wuhan, datata 20 gennaio.

Stando a quanto riportato sul Giornale del Popolo (organo del Partito Comunista cinese), Xi, durante una riunione dell’ufficio politico del partito, ai primi di gennaio «emise ordini per lavorare al fine di prevenire e controllare la diffusione del nuovo Coronavirus».

Nonostante l’ordine di Xi, poi, le autorità di Wuhan non avrebbero intrapreso un’azione decisa per contenere il virus, confermando per il 18 gennaio il banchetto di massa con 40mila famiglie, nel tentativo di raggiungere il Guinness dei primati. Un evento che ha naturalmente moltiplicato i contagi.

Ma perché è stato diffuso soltanto oggi il discorso di Xi Jinping, fino a ora riservato? Il governo di Pechino ha rimosso alcuni leader della provincia di Hubei, colpevoli di non avere affrontato l’emergenza quando è stata data la notizia. Inoltre, secondo gli analisti, è un modo per tutelare la reputazione del presidente cinese affinché non sia coinvolto nelle critiche per l’azione tardiva.

Resta il fatto, però, che il discorso del presidente di inizio gennaio dimostra che i vertici cinesi sapevano della gravità dell’epidemia molti giorni prima della comunicazione al pubblico del pericolo e soltanto a fine gennaio è stato dichiarato che il virus avrebbe potuto trasmettersi da essere umano a essere umano.

Di certo, tale informazione fa diminuire la fiducia sul governo cinese nella gestione delle epidemie, dopo quella della Sars tra il 2002 e il 2003, insabbiata per mesi.

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