Un concerto di beneficenza in favore del centro Astalli è stato eseguito dal Goethe Chor di Palermo e dal Sound of Chorus di Tokyo, a Casa Professa. “Incanto d’Oriente”, il titolo dell’esibizione che si è rivelata un esempio riuscito di integrazione fra culture lontane.

Così il Ghoete Chor si è cimentato con canti tipici della tradizione nipponica, mentre il coro giapponese ha intonato “vitti na crozza”. I due cori, uniti, hanno cantato “Mount Fuji” e “Nicuzza duci”. Entusiasta il numeroso pubblico che ha apprezzato un concerto non convenzionale siculo-nipponico nel cuore di Palermo. Sotto le volte barocche della chiesa è risuonato un repertorio composito: dall’ “Angele Dei” di Morricone al brano gospel “I’m gonna sing til the spirit”, ad uno della tradizione zulu “Shosholoza/Syhahamba” e classici quali “Heiling” di Schubert, “Il bianco e dolce cigno” di Arcadelt.

Il Goethe Chor, diretto da Serena Pantè, è un coro polifonico che canta a cappella, composto da circa 45 elementi di cui tre sezioni femminile e due maschili. Si esibisce con un repertorio di brani sacri e profani, madrigali, musica leggera arrangiata per coro, brani gospel, spirituali e tradizionali.

L’Ensamble di Tokyo costa di una quindicina di elementi provenienti da diversi cori della città, a Palermo si sono recati non più di una decina di componenti. Diretto dal maestro Yoshikazu Suzuki, ogni anno organizza viaggi in giro per il mondo; quest’anno, è stata scelta la Sicilia. Il coro si è esibito a Casa Professa a cappella in modo eccezionale, di solito canta con accompagnamento strumentale.

Le offerte libere lasciate dal pubblico saranno devolute al Centro di accoglienza per immigrati, richiedenti asilo e rifugiati, Astalli, dove un gruppo di volontari lavora per l’inclusione e l’integrazione degli immigrati, rifugiati e richiedenti asilo.