La Guardia di Finanza di Messina questa mattina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone (5 delle quali in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 2 di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), accusate di far parte di un’organizzazione criminale che gestiva un maxi traffico di cocaina, hashish e marijuana tra la Calabria e la Sicilia.

Il capo della banda è considerato Gaetano Mauro, figlio del killer del clan Galli di Giostra Carmelo Mauro, assassinato il 22 maggio 2001 in un agguato mafioso con un colpo alla testa. Proprio questo “blasonato” rapporto di parentela avrebbe consentito al ragazzo di scalare le gerarchie del clan. Al giovane, come emerge dalle intercettazioni, veniva riconosciuto un ruolo di comando anche dai congiunti diretti del capo della cosca. “Lo sanno che tu comandi…”, gli dicevano commentando un attentato incendiario appiccato a una sala scommesse dallo stesso Mauro a gennaio 2019.

L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Messina Maurizio de Lucia. Le indagini sono state condotte dai militari del Gruppo di Messina e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Tutto è nato da alcuni accertamenti effettuati dopo l’arresto di due messinesi, sorpresi agli imbarcaderi dei traghetti privati mentre trasportavano oltre due chili e 400 grammi di cocaina e hashish, nascosti nelle fiancate della loro auto. Gli inquirenti hanno ipotizzato che non si trattasse di un episodio isolato. Il 2 febbraio 2019, le Fiamme Gialle, sempre nell’ambito della stessa inchiesta, hanno arrestato un messinese sorpreso al rientro da Catania, a bordo di un’auto noleggiata con 5 chili di marijuana.

Le indagini sono proseguite per oltre un anno e hanno portato alla scoperta dell’organizzazione criminale che gestiva un grosso traffico di stupefacenti e che aveva la sua base nel rione Giostra di Messina, con canali di approvvigionamento in Calabria, a Catania e nella stessa città dello Stretto.

Nel corso degli accertamenti gli investigatori hanno fatto irruzione nell’abitazione di uno degli arrestati, nel Rione Giostra, sorprendendo due fornitori catanesi, oltre al proprietario della casa e il capo dell’organizzazione, e sequestrando altri 5 chili di marijuana.

La banda di trafficanti e spacciatori scoperta aveva impiantato in un’abitazione nel rione Giostra un servizio di distribuzione di droga operativo 24 ore su 24, grazie ad un sistema di turnazione tra

gli appartenenti che si alternavano ai padroni di casa, al capo della banda e alla moglie, anche loro arrestati oggi. I trafficanti vivevano anche grazie al sussidio del reddito di cittadinanza elargito ad alcuni membri delle famiglie. Un trafficante era anche diretto beneficiario.

Come una normale attività lavorativa, gli indagati si davano il cambio e pagavano lo straordinario per i turni di “reperibilità” come veri e propri dipendenti di un supermarket dello stupefacente. I pusher, per le loro prestazioni, guadagnavano 1200 euro al mese.

Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati oltre 2 chili di cocaina, 10 chili tra marijuana e hashish ed è emerso che l’organizzazione aveva la disponibilità di armi.

Questi gli indagati: Gaetano Mauro, Giacomo Lo Presti, Alessio Papale, Giacomo Russo e Domenico Batessa, che sono stati arrestati. Ai domiciliari sono finiti Domenico Sottile, Carlo Ardizzone, Giusi Stracuzzi e Paolo Di Bella. L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato notificato a Domenico Papale e Orazio Margurio.

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