«Questa sfida si può vincere solo insieme, non dovremo mai dimenticarlo». Così il ministro della Salute Roberto Speranza nell’informativa al Senato sul coronavirus in Italia. Il ministro, poi, ricevendo l’applauso dell’intera Aula, ha espresso «gratitudine agli uomini e alle donne che stanno fronteggiando l’emergenza a tutti i livelli, penso ai medici, agli infermieri, alla protezione civile, ai volontari, alle forze dell’ordine, agli amministratori locali a tutti i livelli, ai cittadini».

Speranza ha successivamente riposto l’attenzione sull’importanza dell’unità: «Oggi più che mai serve una relazione stretta fa governo e Parlamento, capace di superare vincoli e divisioni fra maggioranza e opposizione, tutto il nostro Paese deve rispondere all’emergenza, non una parte, ma la Repubblica nel suo complesso», sottolineando che «oggi, qua al Senato, mi sento di dire, abbassiamo le bandierine di parte, serve unità e responsabilità, questo è il mio appello a tutti».

Il ministro è stato schietto: «L’evoluzione non si presta a facili previsioni, a questa incertezza però si contrappone la certezza che il Coronavirus comporta sintomi lievi, dal paragone con le altre epidemia è evidente. Dal Coronavirus si guarisce, il tasso di mortalità è legato in gran parte a situazioni pre esistenti in pazienti anziani». E ancora: «Si guarisce rapidamente e spontaneamente nell’80% dei casi, nel 15% dopo regolari cure sanitarie, solo il 5% ha problemi molto gravi e il tasso di letalità è poco sopra il 2%. Perché ci preoccupiamo tanto? Perché a un basso tasso di letalità corrisponde un tasso significativo di contagio», ricordando che, in assenza del vaccino, la misura più efficace è rappresentata dall’isolamento.

Speranza ha anche annunciato che il governo Conte «sta lavorando a un piano straordinario di rilancio per far fronte alle ricadute economiche ma ricordiamo che l’Italia è forte», rimarcando infine che «serve unità e responsabilità. Descrivere l’Italia in modo sbagliato può provocare un danno grave alle nostre imprese, al turismo, al sistema Paese».

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