La Cina non vuole più passare alla storia come il paese che ha dato origine al problema, ma come quello che ha trovato la soluzione. Pechino crede fermamente che saranno le aziende biomediche cinesi, armate di idee, a trovare una cura al coronavirus. Il capo della China Pharmaceutical Innovation and Research Development Association, Song Ruilin è convinto che i finanziamenti partiti fal 2008 per lo svilpuppo dei nuovi farmaci in Cina, inizierà presto a dare i suoi frutti.

 

I-Mab Biopharma a breve partirà con una sperimentazione su un medicinale che pare estremamente promettente contro Covid-19, mentre la sperimentazione su un vaccino da parte di Cansino Biologics è stata appena autorizzata dai piani alti cinesi. Negli ultimi 15 anni il colosso asiatico ha prodotto ed esportato miriadi di farmaci generici innovativi in tutto il globo, basti pensare che solo nel 2019 hanno ottenuto l’approvazione più di 300. Questi enormi colossi dell’industria farmaceutica sono adesso concentrati completamente sul Covid-19, in una lotta agguerrita contro la concorrenza.

 

TJM2 è un anticorpo progettato per prevenire o arginare il progresso della malattia mortale Covid-19, neutralizzando una sostanza secreta dalle cellule immunitarie, che svolge un ruolo chiave nel causare infiammazione e polmonite.

 

Alex Zhavoronkov, uno sviluppatore di software di intelligenza artificiale per la ricerca di nuovi farmaci, calma gli entusiasmi ma allo stesso tempo sa che la Cina oggi sta sviluppando le potenzialità per ottenere significativi risultati in questo campo: “La maggior parte dei candidati come nuovi farmaci in Cina, oggi vengono ancora sviluppati su licenza oppure sono addirittura delle copie. Questo in realtà appare normale, perché lo sviluppo di un nuovo farmaco per un nuovo obiettivo è molto rischioso, presenta un tasso medio di fallimento superiore al 90%, un tempo di sviluppo di oltre un decennio e miliardi di dollari di investimenti. Ma alcune aziende cinesi stanno diventando più innovative e alcune stanno perseguendo obiettivi nuovi e difficili. Inoltre i significativi progressi della Cina nello sviluppo dell’intelligenza artificiale possono rendere questo processo meno rischioso, più rapido e soprattutto economico”.