Dopo la raffica di contagi in vari reparti dell’ospedale Umberto I, la direzione dell’Asp di Siracusa ha disposto i tamponi per tutti gli operatori sanitari che lavorano nella struttura. “Grazie all’arrivo in Sicilia – spiegano dall’Asp dei reagenti e alla possibilità dell’Azienda di farli processare dal laboratorio privato accreditato di Avola e dal laboratorio dell’ospedale di Siracusa che partirà nell’imminenza, i referti dei tamponi eseguiti saranno restituiti in poche ore”.

Frattanto, l’Asp ha fornito i numeri sulla situazione complessiva.

“Cresce il numero dei pazienti ricoverati che hanno superato la fase critica, tornati a casa in isolamento o trasferiti al Covid di Noto fino allo scadere dei 14 giorni per l’ esecuzione, secondo protocollo, dei due tamponi l’uno a distanza di 24 ore dall’altro che confermeranno la negativizzazione e quindi la guarigione sierologica dalla malattia. Sono ad oggi 24 i pazienti guariti clinicamente, cioè con la scomparsa dei sintomi, 2 guariti sierologicamente, 16 sono stati dimessi a casa in isolamento in attesa dei due tamponi, 17 trasferiti al Covid di Noto da dove 4 hanno già fatto rientro a casa. In tutto i pazienti al momento ricoverati in provincia di Siracusa sono 44, 13 al Covid di Noto, 20 al Covid Center di Siracusa, 5 al Covid dell’ospedale Muscatello, 3 al Covid pneumologia dell’Umberto I, 3 in terapia intensiva. “E’ importante l’aspetto clinico – sottolinea l’infettivologa Antonina Franco – e cominciare subito la terapia appropriata al manifestarsi della prima sintomatologia per evitare la progressione dell’infezione a livello polmonare che può sfociare in una insufficienza respiratoria acuta”.

In merito al contagio nel reparto di Oncologia è intervenuto il primario del reparto per il quale il contagio si è originato da un paziente ma i locali sono stati sanificati. “E’ chiaro che noi sanitari abbiamo – dice Paolo Tralongo – la consapevolezza nella gestione di questa situazione di grave emergenza di vivere una quotidiana potenziale esposizione all’infezione, in particolar modo quando la subiettività clinica di qualsiasi paziente non è marcatamente evidente”.

Frattanto la Cisl torna ad attaccare i vertici dell’Asp di Siracusa. “Troppe domande senza risposta. I vertici dell’ASP provinciale si attengano all’atto di indirizzo emanato dall’assessore regionale Razza assicurando l’informazione sulla
gestione dell’emergenza Covid alle organizzazioni sindacali.”  Lo ribadiscono, insieme, il segretario generale della Cisl, Vera Carasi, il segretario generale della Fp territoriale, Daniele Passanisi, ed il segretario generale della Cisl Medici, Vincenzo Romano. “L’imperativo serpeggiante – aggiungono – è quello di convincere il personale impegnato al contrasto dell’infezione che tutto va bene ed è sotto controllo, ma il persistere di mancanza di certezze tangibili, su dotazioni e disponibilità di scorte di DPI, su rimodulazioni organizzative a livello operativo e strutturale, come il caso del trattamento di “pazienti grigi”, continuano a ritardare, alimentando le ansie degli operatori.” “Non sappiamo se siano stati consegnati i DPI adeguati al personale sanitario – incalzano i tre segretari – Non sappiamo se si sia provveduto a disporre il ricovero isolato in ambiente singolo, quindi non promiscuo, di quanti, con sintomi, attendono l’esito del tampone. Non sappiamo se il  direttore sanitario abbia sollecitato il reperimento del personale necessario alla gestione dell’emergenza, ponendo così rimedio a quanto sta ancora accadendo nell’ospedale Avola-Noto dove si continua a coinvolgere gli infermieri del Pronto Soccorso, depotenziandolo nell’organico, e
non il personale rimasto inutilizzato.”
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Nel focus della Cisl provinciale anche gli ospedali di Avola e di Augusta, altri due fronti importanti di questa emergenza. “Ci sono stati dei casi di positività in entrambe le strutture – confermano Carasi, Passanisi e Romano – e per questo abbiamo chiesto che si intervenga in maniera concreta anche lì. Ormai è tardi per polemizzare su quello che si sarebbe potuto fare e ci riferiamo alla individuazione di un unico Covid Hospitals. Bisogna, però, intervenire con celerità.  “Chiediamo che i vertici aziendali convochino immediatamente il sindacato – hanno concluso i tre
segretari – Bisogna fare il punto e ascoltare le istanze che arrivano dal territorio attraverso i
rappresentanti dei lavoratori. Solo così potremo arginare i problemi in tutte le strutture della
provincia.”

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