“Stato di crisi” per il settore dell’agricoltura, agroalimentare, ittico e agrituristico, conseguente all’emergenza che il Covid-19 ha arrecato e continua ad arrecare al settore primario. Lo ha dichiarato il governo Musumeci allo scopo di attivare tutti i canali di ristoro nazionali e comunitari che esulano dai provvedimenti ordinari. Il provvedimento specifica che la pandemia in corso ha determinato: l’azzeramento del canale Horeca (hotel, ristoranti e catering) e delle mense scolastiche e universitarie; la chiusura di agriturismi, enoturismi, mercati storici e rionali, nonché di quelli dell’agricoltore e del pescatore; l’azzeramento della domanda di cibo da parte dei turisti in Sicilia; la difficoltà lungo tutta la filiera alimentare, in termini di approvvigionamento di materie prime e di spedizione e consegna dei prodotti; il ridotto funzionamento dei servizi di logistica, soprattutto internazionali, che ha già messo in difficoltà le imprese per il reperimento di materiali di consumo, di servizi e i prezzi di ricambio dei macchinari. Situazione ancora più grave per il settore florovivaistico, che trattando un prodotto no food ha registrato un azzeramento totale delle commesse e del fatturato, anche a seguito della chiusura di negozi e mercati, nonchè della sospensione di cerimonie civili e religiose.

Con la dichiarazione dello “stato di crisi” la Regione Siciliana chiede che siano definiti gli strumenti finanziari finalizzati alla ripresa economica, che saranno attivati nell’ambito delle disposizioni nazionali e comunitarie.

“Con questo atto – afferma l’assessore per l’Agricoltura, Edy Bandiera – intendiamo manifestare, chiaramente, dinanzi a quale catastrofe di carattere economico ed occupazionale ci troviamo e chiedere un’immediata accelerazione dei provvedimenti a sostegno dei settori duramente colpiti. Occorre limitare, con tempestività, gli impatti negativi economici, sociali e ambientali del tessuto produttivo siciliano, fatto per l’80 per cento da piccole e medie imprese, oggi falciato dalla chiusura del canale Horeca, degli agriturismi, enoturismi e delle frontiere, che rappresentano la parte più considerevole del sistema produttivo agricolo siciliano”.

“La dichiarazione di stato di crisi per Agricoltura e Pesca in Sicilia è un atto tanto dovuto quanto apprezzato. I lavoratori, tra difficoltà e rischi enormemente accresciuti dall’emergenza in corso, stanno assicurando alle nostre comunità una produzione essenziale. Assieme ai lavoratori anche le imprese, quelle sane e responsabili, soffrono e procedono. Mai come in un’emergenza appare chiaro il motivo per cui si parla di Settore Primario!” affermano i segretari generali di Uila, Uila Pesca e Filbi-Uila Sicilia Nino Marino, Tommaso Macaddino ed Enzo Savarino.

“Dichiarare lo stato di calamità occupazionale e salariale – aggiungono gli esponenti sindacali – comporta alcuni provvedimenti conseguenziali che per i lavoratori, specie in questa fase, sono davvero indispensabili. Ci riferiamo, tra l’altro, alla proroga dell’iscrizione negli elenchi anagrafici per due anni in favore degli assunti da aziende in crisi, la sospensione del pagamento di ogni indebito verso l’Inps e la maggiorazione degli assegni per famiglie con figli minori o portatori di handicap. Sollecitiamo, altresì, l’immediata attivazione delle procedure per i contributi alle imprese di pesca e ai relativi equipaggi, oltre che alle società dell’acquacoltura. Vanno attivati i fondi di solidarietà al fine di salvaguardare aziende e lavoratori. Nessuno va lasciato indietro!”.

Dalla Filbi, intanto, arriva una proposta formulata oggi al termine di una riunione in videoconferenza dell’Esecutivo regionale cui ha preso parte anche il segretario nazionale Gabriele De Gasperis. L’organizzazione dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica chiede alla Regione che, come avviene nei casi di calamità naturali o di annate agricole oggettivamente negative, venga riconosciuto alle aziende agricole lo sgravio dei ruoli irrigui: “Per questo – spiegano Enzo Savarino e Gabriele De Gasperis – è subito necessario disporre, a copertura del provvedimento con cui si bloccano i ruoli emessi e in emissione, un contributo ai Consorzi per la compensazione dei minori introiti nei bilanci degli Enti”.

“Urge un’immediata risposta di sostegno alla attività della pesca e dei pescatori, costretti a sospendere la propria attività a causa delle azioni di contenimento del Covid19″ aggiunge Giuseppe Spinella, presidente del Dipartimento pesca di UNICOOP SICILIA.  “Per questa ragione, chiedo l’immediata attivazione del Fondo di solidarietà Regionale della Pesca e dell’acquacoltura, mediante le disponibilità delle somme residue del FEAMP, così come disposto dalla Commissione UE, in modo da di dare un aiuto economico immediato alle imprese di pesca ed a tutto il personale imbarcato non retribuito da ben due mesi.

Il Presidente della Regione attivi dunque ogni provvedimento utile ed immediato per venir incontro alla marineria siciliana – conclude Spinella- anche per il tramite del Consiglio Consultivo della pesca raggiungibile in video conferenza. Il governo della Regione non sottovaluti una situazione che rischia di diventare tragica per tutta la filiera ittica, che comprende migliaia di famiglie”.

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