Negli Stati Uniti d’America, precisamente a Minneapolis, è accaduto un fatto destinato a far discutere. Un uomo di colore è morto ieri sera, lunedì 25 maggio, dopo che un poliziotto lo ha bloccato a terra e gli ha messo il ginocchio sul collo per circa otto minuti: «Non riesco a respirare», ha detto l’uomo all’agente, come documenta un video agghiacciante che sta facendo il giro dei social media.

Sia l’FBI che il Minnesota Bureau of Criminal Apprehension hanno comunicato che stanno indagando.

Il video mostra l’ufficiale di polizia bianco (di nome Derek Chauvin) che blocca un uomo nero (George Floyd) a terra vicino alla gomma posteriore di un’auto di pattuglia con il ginocchio sul collo dell’uomo.

«Per favore, per favore, per favore, non riesco a respirare – dice l’uomo – Mi fa male lo stomaco. Mi fa male il collo. Per favore, per favore. Non riesco a respirare». Anche alcuni presenti chiedono all’agente di smetterla: «Stai fermando il suo respiro, pensi che sia bello?», dice un testimone. E una donna: «Il suo naso sanguina, guarda il suo naso!». Il poliziotto, però, non si ferma e, a un tratto, quell’uomo smette di muoversi.

Di conseguenza, sempre più persone chiedono all’agente e al suo partner di controllare il polso ma l’ufficiale resta sul collo dell’uomo per un totale di circa 8 minuti prima dell’arrivo dei paramedici.

«L’uomo sembrava già morto prima ancora che arrivasse l’ambulanza. Stava chiaramente dicendo agli agenti che non riusciva a respirare e lo hanno ignorato», ha detto a NBC News Darnella Frazier, una delle persone che hanno filmato l’accaduto. NBC News ha precisato di non sapere cosa sia successo prima dell’inizio della registrazione del video.

L’avvocato per i diritti civili Benjamin Crump – che rappresenta la famiglia dell’uomo – ha comunicato il nome della vittima: George Floyd.

«Abbiamo visto tutti l’orrenda morte di George Floyd nel video mentre i testimoni chiedevano all’ufficiale di polizia di portarlo nell’auto e di togliersi dal suo collo. Questo uso abusivo, eccessivo e disumano della forza è costato la vita a un uomo che era detenuto dalla polizia per un’accusa non violenta», ha dichiarato il legale che ha aggiunto: «Cercheremo giustizia per la famiglia di George Floyd e chiediamo risposte al dipartimento di polizia di Minneapolis. Quante morti ‘nere’ ci vorranno prima che finisca la profilazione razziale e la sottovalutazione delle vite nere da parte della polizia?».

Una dichiarazione del Dipartimento di polizia di Minneapolis ha riferito che gli agenti avevano trovato il sospetto di un reato nella sua auto (aveva cercato di usare un documento falso in un mini market) e gli avevano ordinato di uscire ma poi ha resistito ai poliziotti: «Gli agenti sono stati in grado di mettere le manette al sospetto e hanno notato che sembrava soffrire di problemi medici. I poliziotti hanno chiamato un’ambulanza. È stato trasportato al centro medico della contea di Hennepin dove è morto poco tempo dopo».

Una manifestazione di protesta è stata già programma sul luogo dell’episodio. Gli organizzatori hanno incoraggiato i manifestanti ad esprimere la propria rabbia ma hanno chiesto di farlo in modo sicuro e nel rispetto del distanziamento sociale.

Il sindaco di Minneapolis, Jacop Frey, in una conferenza stampa ha affermato: «Credo in ciò che ho visto e ciò che ho visto è sbagliato sotto tutti i punti di vista. Quell’uomo non avrebbe dovuto morire. Essere un nero in America non dovrebbe essere una sentenza di morte».

AGGIORNAMENTO, 22.08: Sono stati licenziati i quattro poliziotti coinvolti nella morte di un afroamericano soffocato mentre gli agenti stavano tentando di ammanettarlo. Lo ha reso noto il sindaco di Minneapolis.

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