Tutti e quattro gli agenti di polizia coinvolti nella morte di George Floyd sono sotto accusa e rischiano di trascorrere 40 anni dietro le sbarre.

Thomas Lane, J.A. Kueng e Tou Thao erano presenti quando Derek Chauvin si è inginocchiato sul collo di Floyd a Minneapolis lunedì scorso, 25 maggio, per otto minuti e 46 secondi.

Ebbene, oggi pomeriggio, i tre sono stati accusati di complicità in omicidio in secondo grado, un reato che prevede una pena massima di 40 anni.

Chauvin, invece, era stato inizialmente accusato di omicidio di terzo grado – con una pena massima di 25 anni – ma ora ne rischia 40 dopo il cambio di imputazione: omicidio di secondo grado (senza premeditazione).

Gli stati di accusa arrivano dopo una settimana di indignazione in tutto il mondo e di disordini negli Usa, durante i quali milioni di persone hanno chiesto che tutti i poliziotti fossero assicurati alla giustizia.

Arresto di George Floyd

Il Procuratore Generale del Minnesota, Keith Ellison, ha dichiarato in una conferenza stampa: «Credo fermamente che questi sviluppi siano nell’interesse della giustizia per il signor Floyd, per la sua famiglia, per questa comunità e per questo Stato».

Ellisson ha affermato che non ha permesso alla pressione pubblica di influenzare la sua decisione e ha avvertito che ci sarebbero voluti mesi prima che lui e il suo team potessero costruire un caso ‘solido’ per andare al processo.

Chauvin è già in custodia cautelare e anche uno degli altri poliziotti lo è. Gli altri due, invece, dovrebbero essere arrestati entro poche ore.

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