Sono risaliti i casi di Covid-19 in Veneto. Il rischio è salito da basso ad elevato: l’indice RT è salito da 0,43 a 1,63.

Alla base dell’aumento dei contagiati c’è un focolaio scoperto a Vicenza, un imprenditore rientrato dalla Bosnia che, dopo avere avvertito i sintomi, ha rifiutato il ricovero. Per questo motivo il governatore Luca Zaia ha annunciato che inasprirà le misure di prevenzione, chiedendo anche il ricovero coatto per chi rifiuta le cure.

Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia di Padova, commentando la novità, ha detto: «Io avevo detto già da tempo che il futuro sarebbe stato caratterizzato da focolai. Stiamo seguendo la strada tracciata a Vo’, finché abbiamo la capacità di individuarli e di spegnerli non sono preoccupato».

E ancora: «Se uno prende il dato su scala microscopica non ha nessun significato, ci sono più casi e la sfida si misura sulla capacità di identificarli. Sull’R0 non abbiamo nessun controllo, l’unica cosa che possiamo fare è aderire alle misure di distanziamento».

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Il focolaio in Veneto è stato commentato anche da Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute: «La quarantena è già un metodo di trattamento obbligatorio e violarlo è già punito, ma si tratta di casi isolati. Un singolo atto non può essere paragonato a 56 milioni di italiani che stanno rispettando le regole. È atteso che qualcuno non rispetti le regole, l’importante è individuarlo e farlo stare a casa, per un soggetto non possiamo colpevolizzare tutti. Togliersi la mascherina a più di un metro di distanza non è incoscienza, incoscienza è non seguire le regole e pensare che sia tutto passato. Io vedo pochissima incoscienza».

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