Roma prepara un nuovo scippo. I fondi provenienti dal Mes, il mega prestito europeo all’Italia,  ma non soltanto quelli, potrebbero essere dirottati per intero, o quasi, al Nord. Ma i governatori del Sud non ci stanno e questa volta non attenderanno trattative e discussioni ma ricorreranno direttamente alla Corte Costituzionale.

A guidare la rivolta sono Nello Musumeci e il governatore campano Vincenzo De Luca pronti a mettersi alla testa di una coalizione dei presidenti delle regioni del Sud.

A confermare che la misura è colma è proprio Musumeci in una intervista rilasciata al quotidiano del Sud questa mattina in edicola “Serve una coalizione per far pesare il Sud perchè lo stato non lo ha mai considerato ne carne ne pesce, non è mai stata gestita una strategia per il Mezzogiorno”.

Ad agitare la situazione sono i 37 miliardi che potrebbero arrivare da Bruxelles. Potrebbero perchè ancora l’Italia non ha deciso se usarli oppure no. L’accordo non c’è ma la polemica sì.

“Bisogna capire da subito quale sarebbe il criterio di ripartizione di queste risorse – dice Musumeci al Quotidiano del Sud – perchè il Sud riceve da 20 anni ormai, e anche oltre, meno risorse rispetto a quanto gli spetterebbe. Serve una coalizione fra governatori del Sud per far sentire forte la nostra voce. Non so se a questo punto sia utile aprire un contenzioso o piuttosto rivolgersi direttamente alla Corte Costituzionale”

Musumeci non lo dice chiaramente ma il suo pensiero va ai mille risvolti de tavoli di trattativa aperti con Roma ormai da due anni e mezzo. Tavoli che non vanno mai a conclusione in una sorta di eterna ‘melina’ romana.

Musumeci si dice pronto alla coalizione del Sud “Lo sono perchè sono convinto che da sola la Sicilia avrebbe difficoltà a ritagliarsi un ruolo avulso da una strategia complessiva per il Mezzogiorno. Ci troviamo di fronte ad una straordinaria opportunità. C’è bisogno di una seria programmazione per il Sud Italia”

Il Mes dovrebbe essere impiegato soprattutto per sanità e Infrastrutture. Nella bozza di divisione dei fondi sanitari alla Sicilia spetterebbe l’8,16% pari a poco più di 3 miliardi di euro. Già questo non basta visto che sulla base della popolazione residente, con un rapido calcolo ordinario, all’isola toccherebbe il 10.4%. Una differenza di quasi due punti percentuali che si concretizza in circa 700 milioni di euro

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