Un premio a Totò Schillaci per il trentennale della vittoria della classifica dei capocannonieri del Mondiale di Italia ’90. A consegnarlo lunedì 13 luglio alle 11,30 sarà l’Amat, l’azienda municipale auto trasporti di Palermo, nella sua sede di via Roccazzo.

Totò Schillaci, fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta ha iniziato dal settore giovanile della squadra aziendale dell’Amat il suo viaggio nel mondo del calcio che lo ha portato al titolo di capocannoniere dei Mondiali nel 1990. Fu proprio l’Amat a cedere il suo cartellino al Messina, prima tappa della carriera da professionista del bomber palermitano del Cep. A consegnare il premio a Schillaci saranno l’assessore alla mobilità Giusto Catania, l’assessore allo sport Paolo Petralia, il direttore tecnico del settore giovanile del Palermo Leandro Rinaudo, il responsabile organizzativo del settore giovanile del Palermo Rosario Argento e il presidente dell’Amat Michele Cimino.

Nato e cresciuto nel quartiere popolare San Giovanni Apostolo, iniziò a giocare nelle giovanili dell’AMAT Palermo. Schillaci ricordò così i tentativi del Palermo di acquistare sia lui che il compagno Carmelo Mancuso: “La società rosanero per entrambi offrì 28 milioni di lire; ma i dirigenti dell’AMAT sapevano che da noi due dovevano guadagnare il massimo per sopravvivere e giocarono al rialzo chiedendo 35 milioni. Così, per soli 7 milioni non andammo al Palermo”. Nel 1982 fu ingaggiato dal Messina, in serie C2. Nella stagione 1985-86 contribuisce con 11 reti alla promozione in Serie B. Nel 1989 venne ingaggiato dalla Juventus per 6 miliardi di lire. Esordì in Serie A il 27 agosto nella partita in casa del Bologna. Nella stagione 1992-1993 passò per 8,5 miliardi di lire all’Inter.
Schillaci ricordò così la sua avventura in quel Mondiale: “Nemmeno un folle avrebbe mai potuto immaginare cosa mi stava per accadere. Ci sono periodi nella vita di un calciatore nei quali ti riesce tutto. Basta che respiri e la metti dentro. Per me questo stato di grazia è coinciso con quel campionato del mondo. Vuol dire che qualcuno, da lassù, ha deciso che Totò Schillaci dovesse diventare l’eroe di Italia ’90. Peccato che poi si sia distratto durante la semifinale con l’Argentina. Una disdetta: abbiamo preso solo un gol in quell’edizione dei mondiali, e quel gol ci ha condannati”.