Come vi abbiamo già raccontato qualche giorno fa, il mercatino solidale dell’usato Emmaus Palermo rischia di chiudere i battenti.
I volontari, che svolgevano la loro attività presso il Padiglione 3 della Fiera del Mediterraneo, hanno dovuto lasciare la struttura perché è necessario effettuare dei lavori urgenti.

A difesa di Emmaus Palermo lanciano oggi un appello i consiglieri comunali Valentina Chinnici, Paolo Caracausi, Massimo Giaconia, Claudia Rini, Antonino Sala, Rosario Arcoleo, Milena Gentile, Katia Orlando, Barbara Evola, Fausto Melluso, Marcello Susinno, Francesco Bertolino, Dario Chinnici, Carlo Di Pisa, Valentina Caputo, Giulio Cusumano, Giovanni Inzerillo, Caterina Meli, Giuseppina Russa, Ottavio Zacco.

Ecco il testo dell’appello:

“Dal 1949 il Movimento Emmaus, fondato a Parigi dall’Abbé Pierre, unisce l’economia circolare ed ecologica alla solidarietà, secondo un paradigma di giustizia sociale e ambientale, che considera i diritti umani e i diritti della natura come fortemente interconnessi.
Le 350 comunità Emmaus, presenti in tutti i continenti, si autofinanziano a partire dalle persone vittime di povertà e dagli scarti materiali della società, dando una seconda vita alla merce usata al fine di sostenere un’accoglienza per chiunque viva nella fragilità.
Emmaus non riceve finanziamenti pubblici, secondo una prassi di creazione di autonomia delle persone scartate che, lavorando al riuso della merce raccolta, autosostengono la comunità e diventano essi stessi finanziatori di ulteriore solidarietà a catena.
Dal 2015 ad oggi Emmaus Palermo ha recuperato circa 90 tonnellate di ingombranti, 40 tonnellate di oggetti, 40 tonnellate di vestiti e circa 12 tonnellate di materiali differenziati e riciclati tra cui la carta. Tutto materiale altrimenti destinato alla discarica.
Storicamente Emmaus svolge anche, nei territori ove presente una filiera sostenibile, il recupero dei materiali di scarto tramite la separazione di metalli, carta, vetro, plastica; ma anche attività di riparazione e riuso creativo tramite falegnamerie e ciclofficina.
Purtroppo proprio in questi giorni abbiamo appreso con dispiacere che Emmaus Palermo ha dovuto interrompere il suo servizio di mercato dell’usato alla nostra comunità cittadina per problemi legati alla concessione del padiglione 3 della Fiera del Mediterraneo, divenuto in questi anni un vero e proprio Centro del riuso e punto di riferimento per migliaia di cittadini e cittadine.
Noi, consigliere e consiglieri di maggioranza, che proprio nelle ultime settimane abbiamo profuso il massimo impegno e condiviso tutta la responsabilità per atti decisivi tesi a mettere in sicurezza l’azienda Rap e a garantirne la gestione pubblica, ci rendiamo disponibili a trovare tutte le soluzioni utili perché l’attività di Emmaus possa non solo continuare, ma anzi divenire modello virtuoso per altre iniziative simili, che considerano i rifiuti non solo scarti, ma vere e proprie opportunità di economia circolare.
Non mancano esempi nel resto d’Italia, dove alcune Associazioni Emmaus locali hanno delle convenzioni dirette con i Comuni e con le aziende di raccolta. A Cuneo, ad esempio, il camioncino Emmaus passa per il ritiro in strada degli ingombranti prima del mezzo del Comune, per recuperare eventuali mobili riutilizzabili, mentre a Cremona il Comune ha creato, insieme ad Emmaus, un Centro per il Riuso ove la cittadinanza conferisce materiale perché venga riutilizzato a fini solidali.
E’ una partita delicata e importante, che non deve costituire un ulteriore “peso” per Rap, ma semmai una risorsa per le attività produttive della nostra città, che, siamo certi, potranno al più presto individuare un altro bene del patrimonio di Palermo da concedere in comodato d’uso, e nel rispetto delle norme vigenti, a Emmaus Palermo, che, ricordiamo, ha contribuito in questi 5 anni a dare nuova vita non solo a tonnellate di “oggetti”, ma soprattutto a rendere di nuovo protagoniste della propria esistenza 25 persone, proprio come fece l’Abbé Pierre nel ‘49 con Georges, un uomo disperato e sull’orlo del suicidio, a cui il prete e deputato francese si rivolse così: “Georges, io non ho nulla da darti, ma tu, prima di ritentare di suicidarti, non potresti venirmi ad aiutare a costruire case per i senza tetto di Parigi?” Di fronte a questa proposta così provocatoria, – racconta l’Abbé – “il volto di Georges cambiò. Capì che, nonostante tutto, poteva ancora essere utile a qualcuno”…e Georges accettò. In quel momento, nacque la prima comunità Emmaus”.

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