Udienza a favore della difesa quella che si è celebrata in mattinata al palazzo di giustizia di Siracusa dove è in corso il processo denominato Firmopoli, per falso ideologico, che vede alla sbarra 12 persone. Si tratta del procedimento relativo all’inchiesta della Procura di Siracusa  sulle presunte false sottoscrizioni di 13 liste partecipanti alle elezioni elettorali del 2013.

L’inchiesta, condotta dagli agenti della sezione di Polizia giudiziaria e coordinata dall’allora pm di Siracusa, Antonio Nicastro, fu  avviata dopo una denuncia in tribunale di Giuseppe Patti, che nel 2013,  compariva come capolista di Rinnoviamo Siracusa Adesso, un movimento a sostegno di Giancarlo Garozzo del Partito democratico, vincitore del ballottaggio con Ezechia Paolo Reale. Nel suo esposto, Patti spiegò che quella lista, Rinnoviamo Siracusa Adesso, avrebbe avuto un ordine di candidati ben preciso solo che lui stesso, a pochi giorni dalla scadenza, avrebbe imposto il suo inserimento in cima al movimento per averne un tornaconto elettorale ma la nuova raccolta di  firme, secondo Patti, non sarebbe stata autentica. E proprio su quest’ultimo aspetto è stata ascoltata questa mattina dal giudice del tribunale di Siracusa una consulente, per cui la sottoscrizione è, invece, autentica e non fotocopiata.

Tra gli imputati ci sono l’ex sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, ,’ex vicepresidente del Consiglio comunale, Michele Mangiafico, l’ex assessore alle Politiche sociali, Emanuele “Liddo” Schiavo, gli ex consiglieri comunali Luciano Aloschi, Sebastiano Di Natale, Natale Latina, Riccardo Cavallaro,  tre funzionari pubblici, Ignazio Leone, Salvatore Gianino ed Ettore Manni, due ex consiglieri provinciali, Sebastiano Butera e Nunzio Dolce.

Prima dell’udienza di stamane, ad essere sentito come testimone era stato nei mesi scorsi lo stesso Patti che ha confermato di avere avuto dei sospetti sulla rapidità con cui gli organizzatori della lista legata a Garozzo fossero riusciti a raccogliere le firme. “Qualche anno dopo – aveva detto in aula Patti – prima di presentare l’esposto sono andato a vedere quella lista e mi sono accorto che c’erano delle anomalie. Mi colpì il fatto che fosse immacolata rispetto alle altre, una circostanza strana, sembrava fotocopiata”.