Ha ammesso le proprie responsabilità nell’agguato ai danni di Domenico Fava, 40 anni, avvenuto il 9 luglio a Francofonte Antonino Dimaiuta, 48 anni, fermato per tentato omicidio insieme a Vincenzo Lia, 44 anni, ed Ottavio Calderone, 44 anni, tutti di Francofonte. Nel corso dell’interrogatorio al palazzo di giustizia di Siracusa, Dimaiuta, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo, ha sostenuto che, quella sera, era armato perché si sarebbe sentito minacciato da Fava che, secondo la sua ricostruzione, avrebbe premuto per primo il grilletto. Vincenzo Lia, durante la sua deposizione, ha detto di aver udito degli spari mentre Calderone si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip ha convalidato i provvedimenti restrittivi, per cui Dimaiuta, Lia e Calderone, questi ultimi due difesi dagli avvocati Carla Cassia e Giuseppe Esposito, sono tornati in carcere.

Il movente, dalle indagini, secondo la tesi dei carabinieri e della Procura di Siracusa, consisterebbe in una vendetta ai danni di Fava, che avrebbe avuto un diverbio con uno degli indagati. A quel punto, quest’ultimo avrebbe convinto gli altri due ad organizzare una spedizione punitiva ai danni del quarantenne, raggiunto da 3 colpi di pistola e successivamente trasferito all’ospedale di Lentini.  Due anni fa, lo stesso quarantenne subì un trattamento analogo ed anche in quell’occasione riuscì miracolosamente a salvarsi mentre il suo aggressore venne arrestato. Alla base di quell’agguato, secondo i carabinieri, ci sarebbero stati dei dissidi familiari ed è probabile  che pure in questa nuova circostanza possano avere giocato un ruolo importante.

La dinamica dell’agguato

“Non sopportando il tenore delle parole – spiegano dal comando provinciale dei carabinieri di Siracusa –  utilizzate dal Fava, per l’affronto subìto ha contattato gli altri due, suoi cognati, per organizzare una spedizione punitiva. Così i tre, circa due ore dopo, hanno seguito a bordo di un’autovettura la loro vittima mentre si dirigeva con una moto nelle campagne di contrada Passaneto per andare ad accudire alcuni cavalli e lì, raggiuntala, l’hanno attinta con tre colpi d’arma da fuoco, colpendola in pieno al torace e di striscio al capo ed al braccio sinistro, fortunatamente senza esiti letali, dileguandosi immediatamente a gran velocità”.