Alberto Zangrillo, il noto primario di anestesia e rianimazione all’Irccs San Raffaele di Milano, intervistato da La Verità, ha affermato: «Non potevo accettare questa enorme mistificazione. Far credere alla gente che ‘contagio’ sia uguale a ‘malattia’. Questo bollettino quotidiano diffuso dalla Protezione civile è una incredibile mistificazione. In tutto il gruppo San Donato, quello in cui lavoro, abbiamo solo 10 pazienti in cura, nessuno recente, nessuno in intensiva. Prima non c’era un letto libero».

E ancora: «Come posso considerare ‘gravi’ i casi dei pochi che in questi giorni sono avviati a normale degenza, spesso asintomatici? […] È deprimente. Ma se qualcuno prova a definirmi ‘negazionista’ davanti a me io gli urlerei in faccia qualcosa di irriferibile».

Zangrillo ha ricordato che «dal 22 febbraio al 18 aprile io ho passato tutte le mie giornate solo con i malati di Covid. Non avevo orari. Non dormivo. Abbiamo fatto due trapianti di polmone… Poi arriva un tizio che nella vita fa lo statistico, e pretende di spiegarmi cosa sia il Covid. Non è presunzione mia. È ridicolo che senza esperienza sul campo qualcuno cerchi di pontificare su cose che non conosce».

Da mesi, ha detto l’esperto, «non incontriamo» ricoverati gravi, motivo per cui «cercherei di non favorire il terrore» e «se continuiamo a comportarci con responsabilità non serve mantenere divieti privi di senso» e «non ho nulla da guadagnare da questa battaglia, e tutto da perdere. Mi pongo delle domande. E so che il 17% di Pil in meno è una catastrofe che mi riguarda come e quanto i malati in corsia. È stato detto che il distanziamento è un grave problema, come abbiamo visto sui treni. Ma io voglio contare sul buonsenso della gente. Se tu hai la febbre non prendi il treno. Se sei in treno vicino a un altro passeggero usi la mascherina».

«Quante occasioni abbiamo di incontrare un asintomatico? Decine al giorno – ha aggiunto Zangrillo –  ma su 100 persone che incontro ne vedo 70 con la mascherina calata».

Infine, Zangrillo raccomanda di usare «queste benedette mascherine! Ma allo stesso tempo è evidente che la violenza del virus è incredibilmente abbattuta rispetto a questo inverno. Basta ricorrere alla paura. […] Il virus oggi non è quello di prima: allora dobbiamo imparare a conviverci».

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