Una tragica fatalità ha ucciso Refka Dridi, 27 anni, di origini tunisine. La donna, dopo una giornata di lavoro, è tornata a casa alle 2 di notte, ha aperto il frigo, ha visto il piatto con la pasta e ha addentato una forchettata di spaghetti che contenevano alcuni gamberetti ai quali era allergica. È uscita fuori di casa una volta che si è accorta di quanto era accaduto. I vicini si sono precipitati e hanno chiamato i soccorsi ma la giovane aveva già perso i sensi. L’ambulanza l’ha portata al Buccheri La Ferla, dove è rimasta in coma per due giorni. Così è morta la giovane mamma, sabato pomeriggio alle 15, nel reparto di rianimazione. Uno choc anafilattico che non le ha lasciato scampo.

a ragazza da quattro anni lavorava al ristorante I Pupi di Bagheria ed era il braccio destro della titolare Laura Codogno che gestisce il locale assieme al marito Tony Lo Coco. La donna conviveva con il compagno e aveva un bimbo di 8 mesi. Viveva in Italia da 10 anni.

Sui social una valanga di messaggi di dolore e cordoglio. “Ogni parola che scriviamo pesa come un macigno dinnanzi un destino talmente beffardo che nel volgere di pochissimo tempo l’ha strappata alla vita. Rimarranno sempre nel nostro cuore il suo sorriso, la sua discreta eleganza, la sua bellezza mediterranea, la solarità dei suoi occhi, la fiducia che il suo sguardo trasmetteva, la voglia di essere brava nello svolgere la sua attività, sempre con precisione e garbo. Noi eravamo legati a lei e lei a noi. Lei continuerà a far parte della famiglia de I Pupi e noi custodiremo la sua presenza nei nostri cuori”. Questo il messaggio dei titolari del ristorante in cui lavorava la 27enne.

Secondo Aurelio Puleo, direttore del pronto soccorso di Villa Sofia, quello dello choc anafilattico avvenuto sarebbe un “episodio raro, anomalo, di quelli talmente sfortunati che non rientrano nemmeno nelle consuete casistiche dei pazienti colpiti da choc anafilattico”. Lo dice al Giornale di Sicilia. “In realtà – spiega il dottor Puleo – non è importante la quantità di sostanza ingerita o inalata, semmai la gravità dell’evento dipende molto dalla reattività del soggetto nei confronti degli alimenti, di ciò che si respira o dei farmaci che vengono somministrati. “È fondamentale la prevenzione – aggiunge il medico –. Oltre a fare attenzione a ciò con cui si viene a contatto, chi è allergico dovrebbe portare con sé le pillole o meglio ancora una fiala di cortisone o di adrenalina da usare autonomamente al momento del bisogno: si tratta di medicinali che contrastano la dilatazione dei vasi sanguigni provocata dal rilascio da parte del nostro corpo di grandi quantità di istamina. Subito dopo è necessario recarsi in ospedale per ricevere l’assistenza adeguata ed evitare così ogni problema”.

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