C’è una conversione, l’avvicinamento a Dio e l’intercessione di un prete che ha raccolto in confessione il racconto terribile dell’omicidio dietro il pentimento, non solo giudiziario, dell’assassino di Ruxandra Vesco.

Un pentimento reale, di quelli che non si vedono frequentemente, e la ricerca del perdono da parte di Damiano Torrente, l’amante assassino. “Era addolorato, si è pentito. La porta del suo cuore l’aveva già spalancata al Signore. Ritengo di aver letto nel suo racconto tanto dolore, tanta sofferenza e un sincero pentimento” racconta il parroco che ha assistito nel suo percorso di redenzione Damiano Torrente l’uomo che si è auto accusato dell’omicidio di una donna romena nel 2015 a Palermo. “Quell’uomo voleva mettere in pace la propria coscienza con il Signore, voleva cambiare vita e questo l’ho percepito con estrema chiarezza”.

E poi ricorda: “Ci siamo incontrati per la prima volta oltre un mese fa anche se non era un fedele della mia comunità. Da allora ha iniziato il suo percorso e ci siamo visti quasi ogni giorno. Gli ho detto che era fondamentale chiudere i conti con la giustizia prima ancora di ricongiungersi con il Signore

IL RACCONTO DI TORRENTE E I RETROSCENA DEL DELITTO

Un percorso confermato anche a livello giudiziario dal suo avvocato difensore “È stata una scelta maturata e arrivata dopo un percorso di conversione” racconta l’avvocato Alessandro Musso. “È una vicenda che ha scosso tutti. Ancora ci sono diversi aspetti da chiarire e verificare – aggiunge l’avvocato – il mio assistito era uscito dal carcere a marzo. Era accusato di stalking. Poi un periodo ai domiciliari e il costante avvicinamento alla fede lo hanno portato alla decisione di confessare il delitto”.

Una confessione sofferta raccolta in un lungo interrogatorio terminato la scorsa notte alle 3. Damiano Torrente fa il pescatore e avrebbe ucciso Ruxandra Vesco per motivi passionali. Ma su questo ancora restano dubbi e aspetti da chiarire, come spiegano gli investigatori

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