Un delicato intervento è stato eseguito al Maria Eleonora Hospital di Palermo su un paziente di 75 anni con severa insufficienza cardiocircolatoria. L’uomo, che era arrivato in Ospedale in condizioni già difficili, ha avuto un improvviso peggioramento che ha richiesto l’intervento dell’Heart Team dell’ospedale palermitano. Un caso complesso ma affrontato con successo dalla struttura, prima in Sicilia a offrire prestazioni di Cardioaritmologia.

L’uomo era giunto in ospedale con un quadro clinico fortemente compromesso quando, durante un esame diagnostico, la situazione è improvvisamente precipitata e il paziente, un uomo di 75 anni, è stato salvato grazie a un delicato intervento interdisciplinare. È accaduto a Maria Eleonora Hospital di Palermo, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, primo ospedale in Sicilia ad aver introdotto la Cardioaritmologia, disciplina che si occupa dei disturbi del ritmo cardiaco con un approccio trasversale che abbraccia più discipline mediche.

“Il paziente è arrivato presso la nostra struttura in condizioni di severa insufficienza cardiocircolatoria, condizionata da una permanente fibrillazione atriale ed una cardiopatia ischemica cronica per un pregresso infarto della parete anteriore del miocardio, già trattato con angioplastica – spiega il Giuseppe Indellicati, specialista in Cardiologia ed Elettrofisiologia a Maria Eleonora Hospital –. Al momento del ricovero, il paziente evidenziava una severa iposistolia, con una frazione di eiezione (ovvero la capacità del cuore di pompare il sangue) molto bassa, intorno al 25% (si consideri che un soggetto sano ha valori non inferiori al 55%)”.

Una volta ricoverato, dopo essere stato sottoposto a tampone orofaringeo e ai dovuti controlli anti Covid ed esami pre-ricovero di routine, è stato eseguito un ecocardiogramma che ha confermato la precarietà della pompa cardiaca, ma durante il necessario esame la situazione è imprevedibilmente peggiorata e il paziente ha avuto un arresto cardiaco che ha reso necessaria la rianimazione con manovre avanzate e l’immediato trasferimento in Emodinamica per il posizionamento di un contropulsatore aortico, un device che viene sistemato nell’aorta per migliorare la perfusione coronarica.

“Una volta posizionato il contropulsatore, il paziente è stato trasferito in Terapia Intensiva, dove i colleghi lo hanno stabilizzato rapidamente, e successivamente sottoposto a una nuova angioplastica – racconta il dott. Indellicati –. A questo punto, trascorse 48 ore necessarie per valutare l’esito positivo dell’angioplastica, al paziente è stato impiantato un defibrillatore. Oggi il paziente sta bene ed è stato dimesso”.

A Maria Eleonora Hospital casi di tale complessità non rappresentano un’eccezione. La struttura vanta, infatti, una lunga tradizione nell’ambito della Cardioaritmologia e può contare su un Heart Team d’eccezione composto da cardiochirurghi, emodinamisti ed elettrofisiologi che operano in sinergia sui casi più complessi che presentano comorbilità. “Siamo stati il primo ospedale in Sicilia, già nel 1995, a introdurre la Cardioaritmologia, ovvero l’Elettrofisiologia cardiaca e la Cardiostimolazione avanzata – spiega Ernesto Lombardo, Direttore del reparto di Aritmologia ed Elettrofisiologia a Maria Eleonora Hospital –. Si può dire che siamo stati i pionieri nel Sud Italia a praticare l’ablazione delle aritmie con radiofrequenza, una tecnica innovativa e risolutiva di gran parte delle aritmie cardiache”.

L’ospedale oggi fa una media di 550 procedure annue, con picchi di 700, e la nostra attività è prevalentemente diretta verso la Cardiostimolazione, ovvero impianto di pacemaker e defibrillatori con possibilità di recupero del sincronismo cardiaco e la stimolazione cardiaca in siti non convenzionali, in risposta alle richieste che arrivano dal territorio (circa l’80% delle procedure riguarda la cardiostimolazione, e il 20% l’elettrofisiologia), “Siamo un punto di riferimento anche per l’Elettrofisiologia – dice Ernesto Lombardo -, che ci consente di intervenire positivamente sulla maggior parte delle aritmie cardiache. Per comprendere l’importanza di questa disciplina, si consideri che ad oggi il 3% degli accessi complessivi in pronto soccorso riguarda la fibrillazione atriale, cioè la più frequente delle aritmie del cuore”.