La discarica di Bellolampo viene commissariata. La rap, la società partecipata del Comune che gestisce i rifiuti in città ed anche la discarica, ha deciso di sottrarre l’impianto agli attuali funzionari che ne hanno il controllo. Di fatto si corre ai ripari dopo l’arrestato del direttore tecnico per tangenti.

Così arriva immediatamente il cambio ai vertici. Via il dirigente Fradella, che già questa mattina dal Comune indicavano come il vero direttore della discarica al posto dell’arrestato che invece non avrebbe avuto quel ruolo (anche se la Dia lo indica come Direttore Tecnico). Al suo posto arrivano due commissari. Si tratta di Antonio Putrone e Maria Concetta Codiglione, rispettivamente avvocato e dirigente per l’anticorruzione.

Tutto questo dopo l’ennesima inchiesta sulla gestione della discarica e dopo che questa mattina la Dia ha arrestato Vincenzo Bonanno, funzionario della Rap la società dei rifiuti di Palermo sorpreso a intascare una tangente da cinquemila euro da parte dell’imprenditore Emanuele Gaetano Caruso, 53enne, originario di Paternò nel Catanese,

Le manette sono scattate anche per Daniela Pisasale, 45enne di Siracusa, residente a Catania, titolare di diverse società operanti nel campo del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti (rappresentante della Realizzazioni e Montaggi s.r.l. ed amministratore unico della Ecoambiente Italia s.r.l., entrambe con sede a Siracusa).

Proprio Bellolampo, nonostante sia l’unica grande discarica pubblica siciliana era stata definita dalla Commissione antimafia regionale “simbolo della crisi rifiuti in Sicilia” ricorda la Dia che sottolinea come la discarica sia gestita  dalla RAP s.p.a., società partecipata del Comune, che si occupa della lavorazione dei rifiuti solidi urbani provenienti dai Comuni di Palermo e di Ustica.

Nella tarda mattinata di ieri, gli investigatori della DIA, a conclusione di un lungo pedinamento seguito da un appostamento hanno sorpreso Caruso mentre consegnava a Bonanno una  busta contenente 5000 euro in contanti. Successivamente è scattata una perquisizione che ha consentito di rinvenire,all’interno di un’autovettura, ulteriori 13.250 euro.

L’inchiesta non è finita visto che la stessa DIA conferma che l’arresto in flagranza fa parte di una più ampia indagine sulla gestione dei rifiuti a Palermo  “diretta ad esplorare i concreti interessi della criminalità organizzata di stampo mafioso nel ciclo dei rifiuti”.

Nei giorni scorsi la Rap è stata già al centro di altre inchieste come, ad esempio solo per ricordare la più recente, quella dei carabinieri sui maxi furti di carburante proprio nella discarica che ha portato a 21 arresti

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