Rigettata dalla Corte d’Appello di Caltanissetta l’istanza di ricusazione avanzata dall’imprenditore Pietro Di Vincenzo, costituitosi parte civile nell’ambito del processo sul cosiddetto “Sistema Montante” che si celebra a Caltanissetta nei confronti di cinque imputati.

Tra loro anche l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, assistito dall’avvocato Giuseppe Panepinto.

Di Vincenzo aveva ricusato la presidente della Corte d’Appello, Andreina Occhipinti perché quest’ultima nel 2012 fece parte del collegio che dispose la confisca di beni per 280 milioni di euro nei suoi confronti.

Gli imputati, sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico.

“Non rilascio dichiarazioni per rispetto delle istituzioni. Ho fiducia nella giustizia”. Così Antonello Montante, lo scorso 6 luglio, al termine della prima udienza del processo di appello. E’ apparso visibilmente provato l’ex leader di Confindustria Sicilia, per il quale è stata chiesta nei motivi d’appello dai suoi legali Giuseppe Panepinto e Carlo Taormina, l’incapacità di partecipare coscientemente al giudizio.

Nel corso dell’udienza era stata sollevata dagli avvocati della difesa l’incompatibilità territoriale ed era stata chiesta l’esclusione della costituzione di alcune parti civili. La corte, presieduta da Andreina Occhipinti, a latere Giovanbattista Tona e Alessandra Giunta, si era riservata di decidere.

Imputati del processo insieme a Montante anche l’ex comandante della Guardia di Finanza ed ex capocentro della Dia Gianfranco Ardizzone, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, il responsabile della sicurezza di Confindustria Diego Di Simone e il questore Andrea Grassi.

In occasione della sua prima presenza in aula, Montante, abito scuro e visibilmente dimagrito, era entrato da un ingresso secondario, per evitare i giornalisti, accompagnato dai suoi legali.

In primo grado Antonello Montante era stato condannato a 14 anni con rito abbreviato. Con lui sono stati condannati l’ex comandante della Guardia di Finanza ed ex capocentro della Dia Gianfranco Ardizzone (3 anni), il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis (4 anni), il responsabile della sicurezza di Confindustria Diego Di Simone (6 anni) e il questore Andrea Grassi (1 anno e 4 mesi).

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