“Siamo da soli in questa battaglia per avere giustizia sulla morte di nostra figlia ma non ci arrenderemo mai e siamo pronti a presentarci davanti ai giudici della Corte di Appello di Catania”. Un’analisi lucida ma colma di tormento quella dei genitori di Licia Gioia, il maresciallo dei carabinieri in servizio al comando provinciale di Siracusa trovata morta la notte del 28 febbraio del 2017 da cui è scaturito un processo per omicidio nei confronti del marito, assolto dal gup del tribunale di Siracusa. Quel che più brucia alla famiglia, assistita dall’avvocato Aldo Ganci, è il cambio di percorso della Procura compiuto nell’ultima udienza, quando, al termine della requisitoria, il pm, Gaetano Bono,ha chiesto l’archiviazione per l’imputato.

I genitori, il giorno successivo alla sentenza, si sono recati al palazzo di giustizia di Siracusa per un colloquio con il Procuratore, Sabrina Gambino. “Una volta chiesta l’assoluzione – raccontano a BlogSicilia i familiari di Licia Gioia – la Procura di Siracusa non ricorrerà in Appello, per cui saremo totalmente da soli in questa battaglia giudiziaria. Riteniamo che nostra figlia sia rimasta vittima di un omicidio, come del resto aveva sostenuto la Procura salvo poi fare marcia indietro. Ribadiamo ancora una volta – dice Erasmo Gioia, padre di Licia Gioia – che siamo vittime di un caso di malagiustizia ma se pensano di fermarci si sbagliano  di grosso. La nostra intenzione è di percorrere ogni strada pur di far emergere la verità. Ma davvero vogliono farci credere che nostra figlia è morta così? Che sia stato sparato un colpo accidentalmente o peggio che si sia ammazzata? E’ grottesco, tutto questo. Mia figlia era una donna che amava la vita, basta andare a parlare con tutti quelli che l’hanno conosciuta. Vi ricordate il caso di Eligia Ardita? Grazie anche al lavoro di mia figlia è stato possibile assicurare alla giustizia il colpevole, il marito, condannato all’ergastolo in secondo grado”.