Non si respira certo un’aria di distensione al Comune di Palermo. Troppe le questioni ancora irrisolte, soprattutto da quando, a gran voce, e conseguentemente al nubifragio del 15 luglio, in molti hanno chiesto le dimissioni del sindaco Orlando.

Ma c’è di più: il voto del 4 agosto in consiglio comunale sulla Ztl ha decretato la spaccatura della maggioranza anche se il provvedimento resta in piedi. Numerosi gli attacchi anche all’assessore Giusto Catania, che proprio sulla Ztl conduce ormai da tempo una battaglia personale.

Lo strappo con Italia Viva si è consumato anche per quanto riguarda le pedonalizzazioni, e la maggioranza si è di nuovo spaccata.

L’assessore alla Mobilità del Comune di Palermo, finito nel mirino dei renziani, ha deciso di rompere il silenzio ed espone la sua personale visione di quanto sta accadendo, e di quali potrebbero essere le previsioni per il futuro, a Repubblica Palermo.

“Oggi parlo – dice – perché finalmente i nodi sono venuti al pettine”. Per Catania i nodi sono “tutta questa manfrina che era un pretesto per fare venire formalmente al pettine le due grandi questioni. La prima è che in questa coalizione eterogenea si misurano due idee di città. La mia è una città ecologica, con la mobilità sostenibile, alla riduzione delle emissioni, con la differenziata e senza inceneritori, una città che guarda ai più deboli”.

Anche Davide Faraone ha recentemente parlato di differenziata.
“Parla anche di inceneritore – precisa Catania -. Non sono compatibili. Sono modelli di città diversi. Convivono nello stesso spazio di governo perché li tiene insieme Orlando. La vicenda ztl-pedonalizzazioni è un pretesto”.

Per Catania ci sono due idee diverse di città, “ed è complicato che convivano”. A suo avviso, “ce n’è una rispettosa del programma, una meno. Il sindaco lo faccia rispettare a tutti”.

Cosa potrebbe accadere? Catania ha le idee chiare: “Altrimenti non c’è più una maggioranza, non c’è più il governo della città. Orlando deve farsi garante dell’unità della coalizione. Non può più fare finta di niente. Queste contraddizioni sono emerse in modo plateale”.

C’è poi una questione squisitamente politica: “Convivono opzioni diverse – continua Catania – e contrapposte per il futuro. Faraone è incompatibile con il mio percorso e con la mia storia: io non andrò mai con Forza Italia e con gli ex cuffariani. Non ho alcuna voglia di costruire questa idea di governo. Non è Catania che è antipatico: si sta lavorando a un’opzione politica diversa che guarda a un altro scenario. Nella coalizione di governo si stanno misurando due opzioni politiche per il futuro e due visioni di città. Il pallino è in mano a Orlando”.

Per Catania “La crisi già c’è. Non facciamo gli struzzi. Il voto di Italia viva con le opposizioni e l’intervista di Faraone l’hanno aperta formalmente. Decida Orlando cosa vuol fare. Se questa esperienza deve continuare o no. Perché noi siamo disponibili a continuare anche dentro la crisi, ma dentro la crisi ognuno fa quello che vuole. Italia viva ha un potere: gestisce l’Amat, gestisce la Rap, ha un assessorato”.

Cosa significa questo: “Proprio oggi (ieri, ndr) c’è un caso Rap. Per spirito di maggioranza non abbiamo fatto la battaglia contro Giuseppe Norata sulla modalità di gestione della differenziata e perché non vigila sugli affari a Bellolampo. Non abbiamo fatto la guerra a Michele Cimino perché ha annunciato un concorso per gli autisti e non l’ha fatto. Non abbiamo fatto la guerra a Leopoldo Piampiano per i ritardi del Suap. Non l’abbiamo fatto perché altrimenti diventa tutti contro tutti. Se il gioco è questo noi ci stiamo: possiamo far emergere le responsabilità di Italia viva sulla città sporca, sugli autobus inadeguati, eccetera. Questi argomenti sono molto più importanti della Ztl”.

Cosa risponde invece Catania a chi potrebbe pensare che voglia candidarsi a sindaco nel bel mezzo di tutta questa ‘confusione’? “Non sono candidato – precisa con spirito di umorismo – Io ho due ambizioni: una è fare l’allenatore dell’Inter, l’altra è fare il preside al liceo Umberto. Continuerò a fare politica in questa città, ma le mie uniche ambizioni sono quelle”.

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