Triste sorte dei forestali siciliani. La Regione beneficia del loro fondamentale servizio nella lotta agli incendi e al dissesto ambientale, ne vanta l’impegno in occasione degli interventi più rilevanti e li ricorda – con lacrime di coccodrillo – quando muoiono in servizio come Paolo Todaro. Ma li lascia senza stipendio!”.

Lo dichiarano i segretari generali di Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino che sottolineano come “migliaia di lavoratrici e lavoratori stagionali stanno soffrendo assieme alle loro famiglie perché non hanno ancora ricevuto le paghe di maggio, giugno e luglio”.

“Tutto a causa di lungaggini burocratiche incomprensibili e di procedure che sono sempre più complicate a dispetto dei proclami sulla semplificazione”, aggiungono i tre esponenti sindacali.

Manca, Russo e Marino dicono ancora: “Non riusciamo a comprendere, non possiamo accettare, mesi di ritardi nei pagamenti con la solita scusa dei motivi tecnici. Tutto questo risulta ancora più grave se avviene, come adesso, in una fase di emergenza nell’emergenza. Moltissimi forestali con contratto per 78, 101 o 151 giornate annue sono stati recentemente avviati al lavoro dopo un lunghissimo periodo forzato di inattività in cui hanno pure dovuto fare i conti con la catastrofe da Covid-19”.

“La Regione – spiegano i segretari di Fai, Flai e Uila – si dimostra pericolosamente inefficiente, oltre a risultare insensibile e ingenerosa. Abbiamo infatti accertato che dispone di risorse, eppure non onora i propri impegni per il cattivo funzionamento della propria rete telematica e a causa dell’accentramento delle procedure con farraginosi passaggi delle somme da Ragioneria Generale, Assessorato all’Agricoltura, Assessorato al Bilancio. Negli anni passati, invece, era stata concessa una deroga di buon senso autorizzando pagamenti diretti dalle sedi territorialmente competenti”.

Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino concludono: “Siamo di fronte a un’evidente ingiustizia, ancor più dolorosa perché sofferta da una categoria tanto preziosa per la collettività quanto maltrattata dalle istituzioni politiche. Chiediamo al presidente della Regione e al Governo che intervengano immediatamente. Rivendichiamo rispetto per un diritto elementare dei lavoratori, quello alla retribuzione, che siamo pronti a tutelare in ogni sede e con ogni azione”.

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