E’ stata una notte ininterrotta di accertamenti ed interrogatori quella trascorsa dai carabinieri del Reparto operativo di Catania che indagano sulla sparatoria avvenuta ieri nel popoloso rione Librino in cui sono morte due persone e altre quattro sono rimaste ferite. Le vittime si chiamavano Luciano D’Alessandro, di 48 anni, e Vincenzo Scalia, di 29.

I feriti hanno 26, 31, 56, e 40 anni. Le indagini, che puntano sulla criminalità organizzata e in particolare sul ricco mercato della droga, sono seguite dal sostituto procuratore della Dda Alessandro Sorrentino e coordinate dall’aggiunto Ignazio Fonzo, che dirige il pool di magistrato che si occupa di diversi clan eteni, compresi i gruppi Cappello e Bonaccorsi che gestiscono diverse ‘piazze di spaccio’ a Catania. E questo segmento di mercato criminale potrebbe essere la pista per fare chiarezza su movente e dinamica dell’accaduto.

Tra gli elementi al vaglio dei carabinieri del comando provinciale di Catania e la Dda etnea anche il ferimento a un polpaccio con un colpo di arma mattina di un giovane che ieri mattina è stato medicato in un pronto soccorso del capoluogo: gli investigatori stanno cercando di capire se esista un collegamento tra il ‘gambizzato’ e la sparatoria di Librino.

Le indagini sono complesse e gli inquirenti, pour avendo imboccato una piosta prioritaria, none scludono altre ipotesi che si stanno verificando con accuratezza. Sulla sparatoria indagano i carabinieri del reparto operativo e della compagnia di Fontanarossa ma alle indagini partecipano anche gli uomini  della scientifica per i rilievi e per i suggeriomenti investigativi che dalle tracce scientifiche emergono e possono indirizzare verso una pista piuttosto che un’altra.

Appena due giorni fa a Librino si era svolta una operazione antidroga con un piuscher che aveva tentato di camuffarsia lal vista delle forze dell’ordine ma gli inquirneti ritengono che non ci sia alcun legame con quella ne con altre operazioni condotte nelle ultime settimane