Lo scandalo delle tangenti a Bellolampo è solo la punta di iceberg. Gli arresti del direttore tecnico del trattamento rifiuti e di due imprenditori da parte della Dia è solo la punta dell’inchiesta, quella che si vede perchè gli arresti sono scattati in flagranza. ma c’è molto di più. la Dia, infatti, cerca adesso i collegamenti con la criminalità organizzata, i fondi neri delle imprese costituiti per pagare le tangenti.

Sotto sequestro sono finiti due computer e un tablet trovati dalla Dia subito dopo il blitz anticorruzione che ha condotto in carcere, Vincenzo Bonanno, dirigente della Rap, beccato mentre intascava una mazzetta da 5000 euro, elargita da Gaetano Caruso, nato a Paternò, imprenditore del settore con interessi in mezza Sicilia. Assieme a loro nella macchina c’era pure la compagna di quest’ultimo, Daniela Pisasale, originaria di Siracusa, amministratrice di diverse società che operano in questo campo e soprattutto della “Ecoambiente Italia”, l’azienda con sede a Siracusa che sembra essere al centro di tutta la vicenda. Per anni ha fatto il bello e il cattivo tempo nella discarica di Bellolampo, poi il Comune formalmente era riuscito a troncare il rapporto, però l’azienda, come si vedrà, era uscita dalla porta ma era rientrata dalla finestra.

Parte della contabilità segreta di questa società, scrive il giornale di Sicilia, potrebbe essere custodita dentro i computer prelevati dalla Dia nell’abitazione e negli uffici di Caruso e della compagna e su questi apparati con ogni probabilità si svolgerà una perizia per estrarre tutto quanto contengono. Gli inquirenti, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia, cercano le tracce della contabilità in nero, per ora solo presunta, che farebbe capo alla coppia arrestata. Fondi neri, la cui esistenza sarebbe provata non solo dalla tangente di 5000 euro, ma anche dagli altri soldi scoperti durante il blitz. Nella macchina c’erano altri 13 mila euro, mentre a Catania gli agenti avrebbero scovato altre decine di migliaia di euro in contanti.

È previsto per domani mattina, intanto, il primo interrogatorio dei tre arrestati, quello nel quale il giudice sarà chiamato a convalidare l’arresto ed a scegliere una eventuale misura cautelare. In quella occasioen forse si capirà anche perchè gli inquirenti hannod eciso per l’arresto in flagranza nonlostante l’obiettivo dell’inchiesta non fossero queste tangenti. Il blitz avvenuto nei pressi del porticciolo di Sant’Erasmo sarebbe servito come riscontro alle ipotesi invesigative di una indagine complessa, con interessi anche di tipo mafioso, tanto che se ne occupa la direzione distrettuale antimafia.

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