Il Ponte sullo Stretto no, ma qualcosa si farà, magari il tunnel di Cancelleri. Torna la polemica dell’assurdo. Con il rilancio dell’idea del Ponte e la doppia iniziativa per chiederne la realizzazione il governo Conte si trova spaccato avendo al proprio interno sia l’anima del sì che quella del no fino agli estremi.

“No al ponte sullo Stretto di Messina, penso invece a un tunnel sottomarino” dice adesso il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ospite de ‘La Piazza’, l’evento organizzato dal quotidiano online ‘Affaritaliani.it’ a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi. “Sullo Stretto dobbiamo pensare, quando si riveleranno le condizioni, a un capolavoro di ingegneria – aggiunge -. Un ponte anche sottomarino, ci stavo pensando. Per il ponte non ci sono le condizioni. Ma prima dobbiamo preoccuparci dei collegamenti” interni, in primis l’alta velocità al Sud.

Il primo a lanciare l’idea del tunnel nelle scorse settimane è stato il Vice Ministro Giancarlo Cancelleri che ne ha parlato il 31 luglio a margine dell‘inaugurazione del viadotto Himera rispondendo alle domande sulla manifestazione in corso a Messina proprio per chiedere la realizzazione del Ponte. Manifestazione che è stata preceduta e seguita da iniziative legislative che puntano ad ottenere il via libera al Ponte o, in alternativa, a indire un referendum su questo tema.

Ma l’idea del tunnel viene adesso tacciata come ridicola. “Ho rispetto per tutte le proposte, l’obiettivo è il collegamento stabile tra le due sponde sia per il trasporto su gomma che per quello ferroviario. Che si faccia in superficie o sotto il mare ai fini economici ed infrastrutturali non mi pare molto rilevante. Sarebbe utile capire se il presidente del Consiglio sia dotato di un progetto di massima e se il piano abbia avuto un consenso di carattere tecnico” dice il governatore della Sicilia, Nello Musumeci,

“Volendo pensare male – aggiunge il presidente della Regione Siciliana – si può credere che il tunnel sottomarino sia una comoda trovata per mettere a tacere il coro sempre più robusto di quanti chiediamo il Ponte sullo Stretto e di rinviare ulteriormente il tavolo di confronto sul tema”.

“Leggiamo di alcune dichiarazioni del presidente Conte e del ministro De Micheli riguardo l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina attraverso un tunnel. Più che di una vera idea progettuale, ci sembra una boutade estiva. Ipotizzare la realizzazione di una fantomatica opera sottomarina (di cui ad oggi non c’è neppure uno schizzo) significa voler mettere una pietra tombale, senza ammetterlo, al progetto del ponte sullo Stretto – dice l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone – . Ora, al di là del fatto che per progettare e ottenere i necessari pareri di una simile infrastruttura servirebbero almeno dieci anni, prendiamo atto che, da questa maggioranza di governo, arrivano solo segnali di confusione ed evidente disinteresse per il Sud. Pazienza, al Ponte ci penseremo noi. Ci penseremo noi quando fra due anni saremo al Governo del Paese. Sarà il centrodestra, infatti, a farsi protagonista della più importante opera infrastrutturale d’Europa, la spinta giusta per un nuovo miracolo italiano”

“Da quarant’anni dopo risultanze tecnico scientifiche si è arrivati alla progettazione e quasi esecuzione del Ponte sullo Stretto e quindi si può dedurre che era la migliore scelta, questa idea del tunnel da parte del premier Conte mi sembra un’ennesima sciocchezza” dice il sindaco di Messina Cateno De Luca riferendosi alle dichiarazioni del presidente del consiglio che ha detto ‘no al ponte sullo Stretto di Messina, pensiamo invece a un tunnel sottomarino’. “Non c’è da scegliere cosa è meglio o peggio, – prosegue De Luca – secondo le valutazioni tecniche comunque quella del ponte era un’idea fattibile”.

“L’idea del tunnel sottomarino per unire la Calabria e la Sicilia non è nuova, è un ritorno al passato di almeno vent’anni, peraltro già ampiamente scartata dalle valutazioni tecniche di organismi internazionali quali Steinmann per la parte tecnica e Pricewaterhouse per la parte economica, poi approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Al Premier Conte o ai suoi collaboratori sarebbe bastato consultare gli archivi dei ministeri, allora Lavori Pubblici e Trasporti, per non commettere quella che può definirsi, nella migliore delle ipotesi, una boutade agostana” scrive, in una nota, la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo. “E’ chiaro che per il Presidente del Consiglio – continua – il collegamento tra le due sponde dello Stretto di Messina rappresenta una suggestione, un argomento di narrazione politica che vorrebbe lo proiettasse nel futuro, tuttavia di propaganda è lastricata la strada che porta all’oblio. La Sicilia e il Sud non hanno bisogno di nuovi profeti e ammaliatori, servono impegni certi in investimenti, così come non è con la logica del ‘benaltrismo’ che si riduce il gap tra le aree del nostro Paese. La Sicilia non deve essere collegata solo all’Italia ma all’Europa e per farlo occorrono chiarezza, coraggio, competenza e visione. Tutte capacità che non albergano, almeno in questo momento, tanto a Palazzo Chigi, quanto negli altri palazzi del potere governativi”.

“Giuseppe Conte licenzia il Ponte sullo Stretto e rilancia una vecchia e strampalata idea: la costruzione di un tunnel sottomarino per collegare la Sicilia all’Europa. Un modo elegante per dire che questo governo non ha intenzione di affrontare in modo serio questo dossier” afferma Matilde Siracusano di Forza Italia.

“Il premier ha detto di voler prima realizzare l’alta velocità di rete e dopo il collegamento stabile sullo Stretto di Messina. In base a questa assurdità i cittadini siciliani dovranno aspettare chissà quanti decenni prima di vedere la concreta realizzazione dell’opera. La proposta di un tunnel è stata, inoltre, scartata più volte negli scorsi anni, e non è affatto dimostrato che sia realizzabile per svariati motivi tecnici: sotto lo Stretto insiste una faglia, e le profondità da raggiungere richiederebbero pendenze che imporrebbero gallerie lunghe svariati chilometri. Ma il punto nodale è che ripartire da zero con un nuovo progetto significa allungare ulteriormente i tempi di molti anni solo per l’iter da seguire e arrivare all’appalto. Mentre il Ponte sullo Stretto è già stato appaltato e il progetto, validato a livello internazionale, ha ottenuto tutte le approvazioni fino all’ok definitivo. Il passaggio al progetto esecutivo sarebbe questione di mesi e di volontà politica, quella che evidentemente manca ad un governo che decide ancora una volta di abbandonare la Sicilia e il Sud”.

E da Italia Viva viene la solita voce da bastian conmtrario interna al governo Conte “Comprendiamo la necessità di mediare tra Pd e 5S, tuttavia sfuggono a Conte due questioni fondamentali. La prima è che il sistema di infrastrutture di cui parla il presidente saranno utili al Paese solo quando Sicilia e Calabria diverranno la piattaforma logistica europea nel Mediterraneo e questo non potrà avvenire senza il Ponte. La seconda è che rinviare questo progetto , ipotizzando tunnel o altre fantasiose soluzioni, significa allontanare il rilancio del Meridione ancora una volta e di almeno altro 20 anni” dice il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone. “Il ponte sullo stretto è ad oggi il solo cantierabile in qualche mese. Italia Viva chiede di attuare le strategie di sviluppo concordate e condivise dall’Europa col nostro Paese da anni. Vanno completate o realizzate in tutto il territorio nazionale le infrastrutture al servizio dei quattro corridoi: il ponte sullo stretto , l’alta velocità da Augusta fino ai confini con Francia, Svizzera, Austria e Sloven, le Zes e gli adeguamenti delle quindici Autorità Portuali così come dei sistemi aeroportuali esistenti, e il processo di digitalizzazione attraverso la diffusione della Banda Larga. Non si tratta solo di accorciare le distanze tra nord e sud ma di creare sviluppo nazionale: ora che i soldi ci sono, con il Recovery , sarebbe davvero grave perdere l’occasione. Ancora di più per un governo che esprime molti importanti ministri del sud ”, conclude Faraone.

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