“Il gup del tribunale militare di Roma, nell’udienza di oggi sul caso di Emanuele Scieri, ha ribadito che il ministero della Difesa dovrà comparire come responsabile civile”.  Lo affermano gli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo, difensori della famiglia del parà siracusano trovato morto a Pisa nel 1999 nella caserma Gamerra. La prossima udienza, fissata per il 13 novembre, sarà determinante, perchè sarà affrontato il tema della competenza tra la Procura ordinaria di Pisa e quella militare di Roma. Quest’ultima ha chiesto il rinvio a giudizio per 3 persone: Andrea Antico, 41 anni, attualmente in servizio nel 7/o Reggimento Aves (Aviazione dell’Esercito) di Rimini e unico dei tre a vestire ancora la divisa, Alessandro Panella, 41 anni, e Luigi Zabara, 43 anni. La Procura di Pisa ha aggiunto a questi Salvatore Romondia, 73 anni, di Pisa, all’epoca aiutante maggiore, e l’ex comandante dell’epoca della Folgore, il generale Enrico Celentano, 76 anni: entrambi sono accusati di favoreggiamento. L’udienza preliminare si svolgerà il prossimo 9 novembre davanti al gup Pietro Murano.

“Noi abbiamo depositato i risultati dell’indagine svolta dalla Procura ordinaria di Pisa che ha portato alla richiesta di processo per cinque persone tra cui i tre già’ all’attenzione della magistratura militare. Nella prossima udienza si affronterà il tema della competenza giurisdizionale” spiegano gli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo.

Alessandro Panella fu anche arrestato nell’estate 2018 in esecuzione di una misura cautelare perchè gli inquirenti temevano potesse scappare negli Usa dove da tempo viveva. I tre indagati, si legge nel provvedimento della procura generale militare di Roma (il pg Marco De Paolis, lo scorso autunno, aveva deciso di avocare a sé l’inchiesta), “agendo in concorso tra loro e per cause non estranee al servizio e alla disciplina militare, cagionavano con crudeltà la morte dell’inferiore in grado Allievo-paracadutista Emanuele Scieri” e ciò con le “aggravanti del grado rivestito, dell’aver agito con crudeltà e profittando dell’orario notturno”, “trasgredendo più volte il Regolamento di disciplina militare che erano tenuti ad osservare”, nonchè “qualificandosi, nei confronti dell’allievo-paracadutista, come suoi superiori in grado, effettivi allo stesso reparto di addestramento reclute ed esercitando, con abuso di autorità e modalità illecite, i doveri del superiore”.