“La ragazzina era assente, impaurita quando fu portata in Questura”. Lo ha detto in aula poliziotto di Siracusa, chiamato a testimoniare al processo per abusi sessuali ai danni di una minore che vede alla sbarra un agente della Polizia municipale, A.I., 51 anni.

I fatti risalgono al 15 agosto del 2015, periodo in cui la vittima aveva 12 anni: da quanto ricostruito dai magistrati della Procura di Siracusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Andrea Palmieri, si era recata al mare, in contrada Ognina, insieme al padre ed all’amico, lo stesso imputato,  difeso dagli avvocati Alessandro Cotzia e Gianluca Caruso. Il genitore della dodicenne si sarebbe gettato in acqua per fare il bagno ed in quel frangente l’agente della polizia municipale si sarebbe avvicinato alla vittima per approfittare di lei. Ad accorgersene sarebbero stati alcuni testimoni, uno in particolare ha chiesto l’intervento della polizia e nello spazio di qualche minuto sulla scogliera, dove si sarebbe consumato l’abuso, sono arrivati gli agenti delle Volanti.

Il teste ha raccontato, nel corso dell’udienza al palazzo di giustizia, che era stato lui a coordinare il primo intervento del personale della Questura, spiegando che, grazie ai racconti dei testimoni,  si riuscì ad avere il numero di targa dell’auto con cui l’imputato era andato via. “Dopo aver identificato il proprietario della macchina con quel numero di targa – ha detto il poliziotto –  i colleghi si sono recati nella sua abitazione. In effetti, c’era quell’auto e dopo essere entrati nell’appartamento hanno notato che si trovava a letto in stato di ubriachezza. E compiendo accertamenti, abbiamo saputo che faceva parte del corpo della Polizia municipale”.

La ragazzina fu poi portata al palazzo della Questura, in viale Scala Greca, per essere sentita. “Era impaurita – ha detto l’agente di polizia nel corso della sua testimonianza davanti ai giudici del tribunale e rispondendo alle domande del pm di Siracusa, Andrea Palmieri – ed ho notato che piangeva”. La difesa dell’imputato solleva dei dubbi sulla posizione del padre della ragazzina e chiederà l’interrogatorio della vittima, già sentita nel corso dell’incidente probatorio.