Un alto ufficiale delle forze del generale Khalifa Haftar, parlando dei componenti dell’equipaggio dei due pescherecci italiani bloccati in Libia, ha dichiarato che nei loro confronti finora è stata mossa solo l’accusa di sconfinamento in acque libiche e “qualsiasi altra” ipotesi non è confermata e sarà eventualmente annunciata dalla Procura.

Come riporta il sito Libyan Address, ad affermarlo è il “Comandante per la guida morale” dell’Esercito nazionale libico, il Maggior generale Khaled Al-Mahjoub, in “dichiarazioni alla stampa”.

L’ufficiale “ha dichiarato che i pescatori italiani detenuti a Bengasi sono al momento sotto indagine da parte dell’Ufficio della procura”, scrive il sito.

“Al-Mahjoub ha detto che la principale accusa ai pescatori è l’essere entrati in acque economiche libiche senza preventivo permesso”, aggiunge il Libyan Address.

I due pescherecci di Mazara del Vallo, “Antartide” e “Medinea”, sono stati sequestrati lo scorso 1 settembre dalle autorità libiche a circa 35 miglia a nord di Bengasi.

La vicenda è stata affrontata anche in tv, ed esattamente due giorni fa, nel corso della trasmissione “Ogni Mattina” di TV8. Da alcune fonti di stampa si apprende che sarebbe arrivata una richiesta di rilascio degli equipaggi a condizione che vengano liberati i quattro scafisti arrestati a Catania nel 2015, ritenuti responsabili della morte per asfissia di 49 migranti.

“Intendo rassicurarla in merito all’impegno del Governo, in tutte le sue articolazioni e componenti, per pervenire a una rapida e positiva soluzione della vicenda. Io stesso sto seguendo il caso su base quotidiana con tutta la determinazione che il caso richiede”. Lo scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una nota inviata al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci il 16 settembre.
Proprio nei giorni scorsi, il governatore, con una lettera, aveva chiesto al premier “un autorevole intervento, presso le autorità libiche, affinché si pervenga a una rapida e indolore soluzione della triste vicenda, che sta creando sgomento e inquietudine nella mia Isola”.

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