Sale a dieci il numero degli operai del cantiwere del raddoppio ferroviario della linea Palermo Messina che operano a cefalù ricoverati per sospetta intossicazione da botulino. Tre di loro sono gravi.

Come vi ha raccontato ieri BlogSicilia si cerca di fare chiarezza su quanto sta accadendo in queste ultime ore ad alcuni operai. Ieri pomeriggio, al pronto soccorso del Giglio sono arrivati i primi lavoratori che sono stati sottoposti alle prime analisi di laboratorio. Il sospetto è quello di avvelenamento da botulino. In serata il bilancio dei ricoverati è giunto a 9, tre di loro che si trovavano in condizioni più serie sono stati trasferiti al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cimino di Termini Imerese, struttura che ha subito fornito la disponibilità ad accoglierli. Nel corsod ella notte è stato ricoverato un decimo paziente

I medici del Giglio di Cefalù hanno tempestivamente richiesto, tramite il Centro antiveleni di Pavia, l’antitodo per l’avvelenamento che è stato reperito in un ospedale di Catania.

I campioni di sangue, prelevati dai primi pazienti giunti in pronto soccorso, sono stati inviati, nel pomeriggio di ieri, a Roma all’Istituto Superiore di Sanità per la ricerca della sostanza tossica e la conferma della diagnosi.

Il botulismo ovvero la malattia da ingerimento di botulino è dovuto ad una spora che può generarsi e contaminare gli alimenti. La conseguenza è una malattia neuro-paralizzante causata dalle tossine dei clostridi che a loro volta danno vita a tossine botuliniche. Questi microrganismi si possono ritrovare, principalmente sotto forma di spora, in molteplici ambienti come il suolo, i sedimenti marini e lacuali, il pulviscolo atmosferico e gli alimenti.

Le spore sono forme di resistenza che il microrganismo adotta in condizioni avverse. Gli consentono di rimanere quiescenti per lunghi periodi (anche diversi decenni) e di trasformarsi in cellule vegetative non appena le condizioni ambientali diventano favorevoli.

Solitamente i sintomi si manifestano nell’arco di poche ore dall’ingestione dell’alimento contaminato, generalmente fra le 5 e le 24 ore ma sono stati dimostrati casi in cui sono passati anche giorni (in situazione estreme anche due settimane). Al momento, comunque, resta solo una ipotesi diagnostica sulla quale i medici stanno lavorando.

Articoli correlati