Si è tenuto oggi un incontro da remoto sulla vertenza relativa a La Rinascente di Palermo. Alla riunione, convocata dal Ministero del Lavoro dai sottosegretari Steni Di Piazza e Francesca Puglisi, erano presenti tutte le parti. “La teleconferenza di stamattina – ha spiegato l’assessore al Lavoro Giovanna Marano – era finalizzata a salvaguardare i livelli occupazionali e la presenza di un gruppo pregiato della grande distribuzione sul territorio palermitano. Dalla riunione è emersa l’ipotesi che si esplorino le residue condizioni che possano far ancora dialogare le parti”.

“Esprimendo apprezzamento per l’impegno proficuo del Ministero del Lavoro nella ricerca di una soluzione – dichiara il sindaco Leoluca Orlando – auspico che entro la settimana in corso possa emergere una via d’uscita per garantire uno sbocco positivo alla vicenda“.

“Al di là della sentita solidarietà verso i dipendenti che rischiano il posto di lavoro, se andrà via la Rinascente ci saranno contraccolpi importanti anche per le altre aziende commerciali che ancora resistono in quella via: si rischierà a cascata un’ulteriore perdita di molti posti di lavoro di altre attività commerciali e sarà impossibile sperare di rivitalizzare e riqualificare un asse commerciale ormai in fase avanzata di desertificazione” aveva fatto sapere Confcommercio Palermo.

“Comprendiamo le motivazioni imprenditoriali che stanno dietro la decisione del Gruppo Rinascente che si vede negata una rimodulazione del canone ad un valore adeguato ai prezzi di mercato di Palermo, tanto più in un momento aggravato dall’attuale emergenza sanitaria, economica e sociale: un’azienda sana non può prescindere dall’equilibrio dei propri conti economici – proseguiva la nota – I dati elaborati nei giorni scorsi dal Centro studi nazionale di Confcommercio fotografano concretamente la drammatica realtà. In Sicilia, causa Covid, i consumi precipitano dell’8,2% (pari a 5,5 miliardi di euro), perdita che si somma alla riduzione di 12 punti percentuali di spesa in termini reali negli ultimi dodici anni. Con il crollo del turismo, e in particolare di quello internazionale, e in un clima di incertezza e sfiducia sul futuro non possiamo credere che non si arrivi a una definizione di buon senso tra le parti per il nuovo canone di locazione, tanto più in presenza di un brand di qualità, di richiamo internazionale, che ha dato lustro alla città e che nella città di Palermo ha anche investito soldi e valorizzato oltre che l’immobile”.

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