“Inammissibile ritardo su indennità covid ai lavoratori, oltre 30 milioni ancora nei cassetti“. Protestano i sindacati sui ritardi della Regione Siciliana nel pagamento delle somme spettanti a titolo di indennità ai lavoratori della sanità siciliana, in prima linea nella lotta al Covid19.

“Mentre i lavoratori di tutte le Regioni d’Italia tra aprile e maggio hanno goduto in busta paga delle somme stanziate dal governo, in segno di riconoscimento per l’emergenza Covid-19, la nostra Regione si fa ancora pregare per “elargire” gli oltre 30 milioni di euro disponibili nelle casse regionali da oltre 5 mesi”. Lo scrive in una nota la segreteria regionale della Fials Sicilia evidenziando “i gravi ritardi nella sanità siciliana”.

“Che dire poi delle risorse regionali aggiuntive per i lavoratori della sanità siciliana e del Seus-118 – prosegue il sindacato guidato da Sandro Idonea – stanziati a maggio 2020 dal governo regionale e delle quali si è persa ogni traccia? È ora di farla finita con i proclami fini a se stessi, destinati a muovere solo l’aria di scirocco che avvolge la Sicilia”.

La Fials aggiunge che “dal mese di marzo 2020, Cgil, Cisl e Uil vantano di essere gli interlocutori privilegiati del governo regionale siciliano nell’emergenza Covid-19, a seguito di “investitura del governo nazionale”. Nonostante i roboanti comunicati, che si sono succeduti dal mese di marzo ad oggi, compreso quello del 19 ottobre 2020, “la montagna non ha ancora partorito un topolino. A che serve essere amici del governo nazionale e regionale?”.

Secondo la Fials Sicilia “il presidente della Regione, l’assessore alla Salute e il governo regionale, sono chiamati a rispondere agli oltre 56 mila lavoratori della sanità siciliana, e non solo alle “sigle sindacali amiche”, dell’ingiustificato e inammissibile ritardo nella corresponsione dei benefici spettanti, spiegando i motivi per cui somme disponibili già nei mesi di maggio e giugno risultano ancora giacenti nelle casse regionali”.

Piove sul bagnato nel campo della sanità. Il sindacato Fials ha anche fatto sapere che “le amministrazioni nicchiano nel procedere alle stabilizzazioni e continuano a ricorrere a contratti precari che non forniscono le adeguate protezioni agli operatori. Un caso su tutti il pasticciaccio delle graduatorie degli Oss, gli operatori sociosanitari, gestite dall’Asp di Palermo in associazione con l’Arnas Civico e gli Ospedali Riuniti Villa Sofia -Cervello, laddove ad oggi non sono state verificate e deliberate le nuove graduatorie dopo le denunce della nostra O.S., adesso si fanno bandi per chi arriva primo a collegarsi su internet, nonchè i tempi biblici degli aventi diritto al comma 2 della Legge Madia nelle varie aziende ospedaliere”.