Il governo regionale ha preso atto delle proposte avanzate dal Comitato tecnico scientifico siciliano per limitare il contagio del Coronavirus nell’Isola. Nel pomeriggio è prevista un’interlocuzione con il ministro della Salute per valutare, congiuntamente e nello spirito di leale collaborazione, alcune delle proposte da adottare nel territorio siciliano.

Alla luce anche dei rapporti sull’andamento epidemiologico redatti dagli esperti, il presidente della Regione Nello Musumeci emanerà nelle prossime ore una propria ordinanza che avrà come filo conduttore la “linea della fermezza e del rigore” seppure con chiusure parziali, allo scopo di anticipare e contenere il diffondersi del contagio nel territorio siciliano.

La conferma della ‘linea dura’ arriva dalla stessa Regione dopo il diffondersi di voci rispetto alel quali le istituzioni erano rimaste in silenzio. Un piano di intervento da mettere in pratica per gradi al salire del contagio, dunque c’è. Un piano che può arrivare  fino alla chiusura della scuola per due o quattro settimane, al taglio delle corse del trasporto pubblico locale e del riempimento, allo stop delle attività di somministrazione, dunque ristoranti, bar e così via.

Ma in campo non scenderà la sanità militare anche se ci saranno chiusure parziali e limitazioni d’orari. Cosa si farà davvero e cosa no dipenderà dalc onfronto con il Ministro Speranza. Sul tavolo ci sono alcune ipotesi.

In applicazione del dpcm Conte del 18 ottobre nella Regione si passerebbe alla didattica a distanza nelle superiori dal secondo al quinto anno. Il provvedimento sarebbe valido per due o tre settimane. Lo scopo non è arginare il contagio a scuola visto che nelle scuola, secondo i dati, la situazione è controllata, ma limitare gli spostamenti generali.

Il secondo provvedimento sarebbe legato proprio ai mezzi di trasporto pubblico. Nel medesimo periodo il riempimento di autobus, treni e traghetti sarebbe dimezzato. Il riempimento al 50% degli autobus dovrebbe essere sufficiente nelle ore di punta in assenza  dei ragazzi che vanno a scuola. Il tutto sarebbe supportato anche dall’invito a portare a scuola i bambini fino alle medie con mezzi privati.

Su bar e ristoranti ci sarebbe una stretta ulteriore sugli orari di chiusura ma non sarebbe particolarmente incisiva. Si parla di chiusura alle 23 anzinchè le 24 stabilite da Conte. Provvedimenti che a Palermo, se uniti al divieto di stazionare in centro venerdì sabato e domenica dalle 21 alle 5 del mattino, darebbe l‘ultimo colpo all’economia della movida.

A due settimane di distanza si rivaluterebbe l’andamento del contagio per decidere se allentare la stretta, prorogare o passare ad uno step successivo delle medesime misure con orari e sistemi più stringenti.

Ma dall’opposizione arriva subito la critica alla politica dei mezzi annunci “Musumeci dica subito cosa intende fare, ad iniziare dalle misure per le scuole ed i trasporti pubblici. I siciliani hanno bisogno di sapere in tempo quali cambiamenti ci saranno dalla prossima settimana” dice Giuseppe Lupo, capogruppo PD all’Ars.

“Ancora una volta il presidente della Regione non ha ascoltato chi lavora nel mondo della scuola, né i sindacati e neppure le forze parlamentari – aggiunge Lupo – e si appresta a decidere in solitudine. Musumeci oltretutto dimentica che nella qualità di commissario Covid dovrebbe pubblicare la relazione del Comitato Tecnico Scientifico regionale, che i siciliani hanno il diritto di conoscere”.

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