“La Regione Siciliana non ha ancora presentato alcuna richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza a causa degli eventi meteorologici che in data 15 luglio 2020 hanno colpito parte del territorio della città di Palermo”. E’ quanto ha fatto sapere il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al sindaco di Palermo in una lettera datata 22 ottobre 2020. La presidenza del Consiglia ha risposto al sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha chiesto un riscontro in merito alla valutazione da parte del Governo e della Regione Siciliana in relazione all’avvio dell’iter per la dichiarazione dello stato di emergenza in seguito alla bomba d’acqua che ha colpito Palermo.

“Non essendo pervenuta, ad oggi, alcuna richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza da parte della suddetta Regione, il Dipartimento della protezione civile non è in possesso degli elementi necessari per la verifica sulla sussistenza, nella fattispecie in rassegna, dei presupposti per un intervento con mezzi e poteri straordinari”. Continua così il presidente Conte nella sua missiva affermando di essere ancora in attesa della richiesta da parte della giunta Musumeci. Orlando così torna a sollecitare la dichiarazione dello stato di calamità naturale ed emergenziale in merito alla bomba d’acqua che ha colpito Palermo lo scorso 15 luglio.

Il primo cittadino aveva già scritto sia al presidente del Consiglio dei Ministri, sia al presidente della Regione Siciliana, il 28 settembre, al fine di ribadire la necessità dello stato di calamità per attivare le necessarie procedure di risarcimento dei danni causati dal violento nubifragio che ha colpito la città. Ora la nota della Presidenza del Consiglio chiarisce che senza l’istruttoria da parte della Regione, la Protezione civile nazionale non può avviare la procedura per la dichiarazione dello stato di emergenza.

La dichiarazione dello stato di calamità per i fatti di luglio – fa sapere sindaco Leoluca Orlando – è indispensabile per poter procedere alle pratiche di rimborso dei danni subiti da tanti cittadini. E’ una procedura che normalmente dura parecchio tempo e proprio per questo è indispensabile farla partire al più presto, come da me chiesto già il 17 luglio. Per questo ho sollecitato il presidente della Regione, della cui grande attenzione e sensibilità al tema sono certo”.

“Dopo tre mesi dall’alluvione che ha messo in ginocchio Palermo, con centinaia di cittadini che hanno subito danni a case e negozi, scopriamo che la Regione Siciliana non ha mai fatto richiesta dello stato d’emergenza al Governo nazionale. Un immobilismo incomprensibile e ingiustificabile che non possiamo accettare: senza lo stato d’emergenza, sarà più complicato risarcire i quasi 500 palermitani che hanno già fatto richiesta di aiuto per le automobili rovinate e le case allagate. Musumeci faccia subito la richiesta, spiegando ai cittadini perché finora non ha fatto nulla”. Lo dicono i consiglieri comunali di Italia Viva al consiglio comunale di Palermo Dario Chinnici (capogruppo), Francesco Bertolino, Paolo Caracausi e Carlo Di Pisa.

Intanto sono circa 450 le richieste di rimborso danni pervenute al Comune. Circa 250 per automobili, poi un centinaio di abitazioni private e infine condomini per danni a parti comuni e imprese per danni a magazzini e merce. Gli importi dei danni dichiarati vanno da poche centinaia di euro a 300 mila euro. Circa 100 persone/aziende hanno iniziato azione legale contro il Comune, la cui linea di difesa è che si è trattato di evento eccezionale di tale portata che non sarebbe stato possibile limitare i danni e nessuna comunicazione è pervenuta da chi di competenza (leggi Protezione civile regionale) persino quando le piogge erano già in corso. Quindi se non c’è la dichiarazione dello stato di calamità naturale, oltre ai 900 mila euro inseriti nella finanziaria regionale non ci sarà alcuna somma disponibile e inevitabilmente si andrà a lunghi ed incerti contenziosi legali. Nel caso in cui ci fosse la dichiarazione di calamità, lo Stato stanzia i soldi (sulla base delle richieste fatte dagli enti locali) e li eroga anche se con tempi lunghi. Nota carina. Pochi giorni dopo l’alluvione di Palermo ce n’è stato uno a Messina (l’8 agosto) e la Giunta regionale ha avviato la procedura per lo stato di calamità giorno 13 agosto.

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