Il contagio in due case di riposo a Noto ha creato allarme ed il timore che altre strutture, comprese le Rsa, possano essere attaccate dal Covid19, è concreto. Per questo motivo, Cgil, Cisl e Uil, chiedono l’avvio dei protocolli sanitari per evitare l’origine di nuovi focolai, tra cui la realizzazione di spazi attrezzati dove ricevere i congiunti in piena sicurezza.

“Sono circa 115 le strutture presenti nel nostro territorio – ricordano i sindacati – citando il censimento consegnato alla Prefettura, all’Asp e ai sindaci nei mesi scorsi – e sollecitiamo un sistema di controllo e monitoraggio esteso anche alle case famiglia. Bisogna sanificare, utilizzare strumentazione adeguata per garantire il contatto con i familiari, creare spazi attrezzati dove ricevere i congiunti in piena sicurezza. È una emergenza sanitaria che sta mettendo a dura prova l’intero sistema sanitario e dell’assistenza domiciliare, in gran parte a carico del terzo settore – concludono Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – Riteniamo che il nostro compito non debba esaurirsi alle segnalazioni delle criticità, ma debba essere propositivo e pronto a collaborare”.

“Da marzo ribadiamo la necessità di attivare tutti i protocolli anti pandemici in queste strutture – sottolineano i tre segretari – Si tratta di contesti dove il rischio contagio è molto alto così come il numero di persone potenzialmente a rischio. Parliamo degli anziani ospiti, già bisognosi di cure particolari, e degli operatori sanitari che si occupano di loro. Chi lavora in queste strutture, spesso più di una, – continuano i segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – torna a casa alla fine del lavoro e rischia di essere veicolo di contagio in famiglia. Stesso rischio che si corre con l’affluenza di fornitori vari e degli stessi familiari degli ospiti.

“Proprio per tutto questo – rimarcano i segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – reputiamo urgente attivare linee guida di intervento come disposto nel Vademecum sulla prevenzione anti Covid nelle case di riposo e nelle Rsa varato, nella fase precedente della pandemia, grazie all’intervento dei nostri livelli sindacali regionali. Bisogna avviare uno screening generale attraverso tamponi e test sierologici e verificare la presenza, in queste strutture, di personale qualificato, numericamente sufficiente anche in presenza di cassa integrazione”.