“Non è vero che la ristorazione rappresenta la movida, questo concetto che ci associa alla movida è fuorviante”. Lo ha detto un ristoratore nel corso della manifestazione di ieri sera in piazza Archimede, a Siracusa, per rilanciare, ancora una volta, il grido di allarme di una categoria azzoppata, come i titolari di bar e palestre, dal Dpcm della Presidenza del Consiglio.

“La movida è un’altra cosa, noi abbiamo sempre rispettato i protocolli: la movida, quella libera per intenderci, non dipende da noi, ma vogliamo ribadire che l’assenza dei controlli è stata palpabile. Noi stiamo pagando colpe per comportamenti scorretti mai adottati da noi” ha aggiunto il commerciante.

In serata, una delegazione di ristoratori è stata ricevuta dal prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, a cui hanno consegnato una lettera per rivendicare il loro diritto al lavoro, “sancito dalla Costituzione” e per ribadire il loro no al Dpcm. Frattanto, il presidente della Regione sta meditando un provvedimento per allungare gli orari di chiusura.

“Stiamo applicando in Sicilia – spiega il presidente della Regione – lo stesso principio adottato dalla Provincia autonoma di Bolzano nello scorso maggio che assicura il rispetto dei valori costituzionali della sussidiarietà e della leale collaborazione. Quindi, chi parla di “scontro” con lo Stato è solo in malafede. Siamo tutti consapevoli dei tempi difficili che ci attendono e della necessità di contenere la diffusione del virus, ma rivendichiamo anche responsabilità di anticipare e accompagnare la ripartenza per meglio rispondere alle specifiche esigenze del territorio siciliano”.

Le parole del Presidente della Regione sono, di fatto, una risposta al Ministro per gli Affari regionali che ieri pomeriggio, prima ancora che la norma vedesse la luce, annunciava impugnative immediate.

La legge regionale punta a disciplinare le aperture e chiusure degli esercizi commerciali a cominciare da bar e ristoranti, ma anche teatri, cinema e palestre nell’isola in periodo di emergenza coronavirus. Il tutto modulando gli orari in funzione dell’andamento dell’epidemia.

 

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