“La Severino è incostituzionale ed è stata applicata nel mio caso senza che ve ne fossero motivi”. Lo ha detto a BlogSicilia il parlamentare regionale sospeso, Pippo Gennuso, dopo la decisione del tribunale di Palermo di rigettare il suo ricorso contro l’applicazione della legge Severino, a seguito del suo patteggiamento per traffico di influenze, in relazione all’inchiesta della Procura di Roma su una tangente pagata all’ex presidente del Cga di Palermo, Raffaele De Lipsis, per emettere una sentenza favorevole all’esponente politico, culminata con la mini tornata elettorale dell’ottobre del 2014 in 9 sezioni che consentirono a Gennuso di soffiare il seggio a Pippo Gianni.

“Non ho subito pene accessorie, non ho avuto alcuna interdizione, insomma non c’è stato nulla, eppure la legge Severino mi sta penalizzando” racconta a BlogSicilia Gennuso, per cui, nonostante il patteggiamento, “non ci sono le condizioni perché la Severino si applichi sul mio caso” aggiunge l’esponente politico.

Il suo seggio è stato occupato Daniela Ternullo, prima dei non eletti nella lista Popolari ed autonomisti, la stessa di Pippo Gennuso.

In merito alla sentenza dell’ex presidente del Cga di Palermo, Raffaele De Lipsis, lo stesso Cga, nelle settimane scorse,  ha revocato quei pronunciamenti  restituendo il seggio della passata legislatura a Pippo Gianni. Una vittoria simbolica ma i legali dell’attuale sindaco di Priolo, Michele Cimino, Massimiliano Mangano e Valentina Castellucci, hanno lanciato una proposta.

“L’Ars si attivi per recuperare tutto quel denaro che, ad esempio, si è speso inutilmente per la  innovazione delle elezioni, oggi pagato dai cittadini siciliani”. Inoltre, “ci è dispiaciuto trovarci da soli in questa battaglia di giustizia, pensavamo – spiegano gli avvocati Michele Cimino, Massimiliano Mangano e Valentina Castellucci –  che l’Assemblea Regionale Siciliana, lesa più di ogni altra persona o istituzione da questa vicenda, intervenisse attivamente, con un ricorso incidentale, per far cessare – concludono i legali –  anche indebite percezioni economiche”.